
Due minuti. Una sosta lampo, il tempo di scendere dall’auto, risalire e ripartire. Due minuti che, in via Savini a Teramo, sono costati 63 centesimi, cifra che da sola basterebbe a far sorridere se non rappresentasse invece l’ennesimo capitolo della confusione nella gestione della sosta cittadina. Il paradosso è evidente: il Comune aveva annunciato un tempo l’introduzione della prima mezz’ora gratuita, una misura pensata per agevolare residenti e utenti nelle brevi commissioni quotidiane. Un’iniziativa utile, logica, persino ovvia in una città che da anni lamenta un centro storico sempre meno accessibile. Ma la realtà, come spesso accade, racconta un’altra storia: il sistema ha calcolato e preteso il pagamento immediato, trasformando due minuti di sosta in un piccolo ma significativo balzello. Nel frattempo, chi vive e lavora a Teramo continua a fare i conti con una sosta a pagamento che, più che un servizio, sembra spesso un ostacolo. E due minuti – due soli minuti – diventano un costo.

