«Sono io la ragazza aggredita e picchiata in viale Crispi». Chiede l'anonimato, giustamente, perché non vuole diventare un "bersaglio", ma vuole dire la sua, la ragazza aggredita e picchiata in viale Crispi. Il suo, è un racconto terribile:
«I fatti sono accaduti sabato sera, in Viale Crispi, intorno alle 23.30. L’aggressione è proseguita fino all’arrivo delle forze dell’ordine, avvenuto vicino alla mezzanotte e mezza, quasi l’una. Mi trovavo lì con alcuni amici e familiari, anche minorenni. Durante la serata, due individui — visibilmente alterati dall’alcol — avevano già dato fastidio a molte persone all’interno di un bar della zona, coinvolgendo diversi ragazzi in discussioni, spinte e aggressioni. Alcuni testimoni riferiscono che avessero già colpito altri giovani con bottiglie di vetro, ferendoli al volto e provocando un naso rotto e altre contusioni.
Poco prima dell’aggressione nei miei confronti, io e il mio ragazzo avevamo trovato un ragazzo disteso a terra vicino il distributore delle sigarette, in evidente difficoltà. Lo abbiamo accompagnato a casa per sicurezza, per non lasciarlo da solo in quelle condizioni.
Quando siamo tornati in Viale Crispi, la situazione era già degenerata. Era in corso un altro litigio e molte persone stavano cercando di allontanarsi. Io sono scesa dalla macchina semplicemente per raggiungere i miei familiari e andarmene. In quel momento, uno dei due individui ha iniziato a inveire contro di me senza alcun motivo.
Nel giro di pochi istanti, entrambi mi si sono scagliati addosso. Sono stata aggredita da due persone contemporaneamente: ho ricevuto pugni al volto, alla testa, sono stata spinta, trascinata, colpita ripetutamente. Ho tenuto la testa bassa per proteggermi, ma i colpi arrivavano ininterrottamente.
L’aggressione è durata diversi minuti — tra 5 e 10 — durante i quali sono stata anche schiacciata da un motore parcheggiato caduto a terra mentre continuava la colluttazione.
Attorno a me c’erano persone che urlavano, chiedevano aiuto, cercavano di tirarmi via, ma in quei momenti era impossibile riconoscere chi fosse intervenuto. Solo l’arrivo dei carabinieri ha messo fine al pestaggio.
Sul posto sono arrivati anche gli operatori del 118, che hanno soccorso me e altre persone ferite. Su indicazione dei carabinieri, sono poi stata accompagnata in caserma come testimone e vittima per ricostruire l’accaduto.
È emerso inoltre che uno dei due individui fermati era privo di documenti e, durante la fase di contenimento, ha dato ripetute testate al vetro dell’auto dei carabinieri, danneggiandolo.
Un comportamento che ha ulteriormente mostrato quanto la situazione fosse fuori controllo.
Ho riportato diversi traumi: lividi su volto e corpo, bernoccoli e contusioni alla testa, escoriazioni sulle gambe, difficoltà a muovere il ginocchio e lo strappo di una grande quantità di capelli. Oltre al dolore fisico, resta un enorme senso di paura.
Oggi ciò che mi spaventa di più è la mancanza di sicurezza. Non è possibile che, uscendo semplicemente per passare una serata con la propria famiglia, si rischi di subire violenze così gravi. La città ha bisogno di tutela, di controlli, di presenza costante. Questi episodi non sono più tollerabili: dobbiamo poter vivere senza paura.»
LETTERA FIRMATA

