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CABINOVIA1Niente sequestro. Il nuovo capitolo, nella complessa disputa legale che riguarda le aree turistiche di Prati di Tivo e Prato Selva, è quello scritto dalla Corte d’Appello dell’Aquila, che ha respinto la richiesta di sequestro giudiziario avanzata da Finori, che puntava a far mettere sotto controllo giudiziario gli impianti di risalita, le strutture alberghiere e i terreni. La società dell'ex gestore, temeva che la GST potesse cedere quei beni prima della conclusione del giudizio di secondo grado. La Gran Sasso Teramano si era opposta all’istanza, sostenendo che fosse priva dei requisiti necessari. Il  collegio giudicante presieduto da Nicoletta Orlandi ha rigettato il ricorso ritenendolo inammissibile: “.....per la concessione del sequestro non è sufficiente la mera prospettiva di una controversia sulla proprietà e il possesso…la sussistenza del fumus della pretesa del ricorrente deve essere esclusa alla luce delle argomentazioni svolte dal giudice di primo grado che non appaiono inficiate da errori” in un altro passaggio il Collegio sottolinea che: “l'appellante… non chiarisce se sarebbe disposta alla stipula del contratto e a quali condizioni…né l’appellante ha manifestato nel presente giudiziola volontà alla stipula della polizza fideiussoria richiestale dalla controparte”. L’effetto immediato è che la disponibilità delle strutture rimane in capo alla GST. Il procedimento di appello, nel frattempo, va avanti, con una nuova udienza fissata per il 16 dicembre.
Considerate le vicende degli ultimi due anni diciamo che siamo moderatamente ottimisti ma in attesa di una sentenza di merito e definitiva che attendiamo per i prossimi mesi (il 16 dicembre si avvia il giudizio di merito ndr). Quello sul quale non perderemo, invece, un minuto di tempo sarà quello di rientrare in possesso dopo sei anni, attraverso il ricorso ad un ufficiale giudiziario, di un bene pubblico del quale non conosciamo lo stato. Anni che hanno ostacolato progetti di rilancio e cambiamentodichiarano i liquidatori della Gran Sasso teramano alla notizia che il Collegio giudicante della Corte d'Appello dell'Aquila ha dichiarato inammissibile il nuovo ricorso del gestore Marco Finori: “per quanto ci riguarda i nostri obiettivi sono chiari: tutela del bene, tutela dei creditori, rilancio della stazione sciistica attraverso una operazione che intende porre questo patrimonio nelle mani di seri imprenditori privati. Unico orizzonte possibile, quello che consente di restituire un ruolo strategico agli impianti e una prospettiva al Gran Sasso teramano. La compagine societaria pubblica, come già dichiarato in più di una occasione, farà la sua parte, noi la nostra ma tutte e due, oggi, andiamo nella stessa direzione”. Un ringraziamento, i liquidatori lo rivolgono agli avvocati Pietro Referza e Divinangelo D’Alesio.