Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di finanza di Pescara hanno eseguito, il 18 novembre 2025, un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara su richiesta della Procura Europea. Il provvedimento riguarda beni e disponibilità per oltre 3,5 milioni di euro, nell’ambito di un’inchiesta su una presunta frode ai danni del bilancio nazionale e dell’Unione Europea.VTra i beni sottoposti a sequestro figurano numerosi rapporti bancari, un immobile, denaro contante e oggetti preziosi per un valore complessivo di circa 230.000 euro.
L’indagine trae origine da una verifica fiscale condotta nei confronti di una società a responsabilità limitata, individuata attraverso una specifica analisi di rischio del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza. Gli accertamenti hanno portato a individuare un articolato sistema fraudolento basato sulla dichiarazione di attività fittizie. I passaggi finanziari ricostruiti, infatti, sono risultati privi di reale sostanza economica e finalizzati esclusivamente a simulare l’esistenza di una realtà aziendale florida, utile a ottenere illecitamente contributi nazionali ed europei percepiti negli anni 2021 e 2022.VLe prime risultanze investigative sono state trasmesse alla Procura Europea – Ufficio di Roma – che ha poi coordinato le successive attività svolte in co-delega dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Pescara e dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie.VL’analisi della copiosa documentazione acquisita, inclusi i bilanci societari e gli atti presentati alla SIMEST S.p.A., ha permesso di ricostruire l’operatività di un gruppo criminale dedito alla presentazione di documenti contabili artefatti e attestazioni materialmente false, finalizzate all’ottenimento di finanziamenti pubblici e prestiti garantiti da Medio Credito Centrale – Banca del Mezzogiorno, oltre che al successivo riciclaggio e autoriciclaggio dei profitti.VComplessivamente, dieci persone sono state deferite alla Procura Europea. Il profitto del presunto reato è stato quantificato in circa 3,7 milioni di euro, di cui 500.000 euro relativi a risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).VL’operazione conferma il costante impegno della Guardia di finanza, in collaborazione con SIMEST S.p.A., nel contrasto alle frodi e nella tutela dell’impiego corretto ed efficiente dei fondi nazionali ed europei.
Resta fermo che la responsabilità degli indagati, tra i quali un teramano, dovrà essere accertata in sede processuale, nel pieno rispetto della presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.

