È stata rintracciata a Torino la studentessa minorenne del liceo scientifico teramano Einstein, scomparsa nel pomeriggio, durante una trasferta scolastica a Roma per un’iniziativa dedicata all’orientamento e alla formazione. La giovane, da metà pomeriggio, risultava irreperibile e l’allarme era rapidamente rimbalzato tra famiglie, scuola e forze dell’ordine. A dare l’allerta erano stati alcuni compagni che, al momento del ritrovo per la partenza verso Teramo, non l’avevano vista rientrare. I familiari, preoccupati, in serata avevano formalizzato la denuncia ai carabinieri, avviando così le procedure di ricerca. Secondo quanto trapelato nelle ultime ore, la ragazza sarebbe stata individuata a Torino, sembra stesse in un cinema, in buone condizioni. Gli investigatori stanno approfondendo gli spostamenti effettuati dalla giovane dopo l’allontanamento dalla capitale. Una delle ipotesi al vaglio è che la studentessa volesse dirigersi a Nizza, a trovare un'amica. L’eventuale intento di espatrio, tuttavia, deve ancora essere confermato dagli accertamenti. La preside Eleonora Magno commenta: «Siamo tutti molto sollevati, i compagni hanno partecipato attivamente alla ricerca, questa è una buona notizia per tutti...». Ecco, a proposito dei ragazzi che hanno partecipato alla ricerca, va sottolineata la grande maturità mostrata da tre diciottenni dell'Einstein: Maurizio Polisini, Davide Tomassoni e Orlando Di Carlantonio, compagno di classe il primo e rappresentanti di istituto gli altri due, che hanno deciso di restare a Roma, da soli, per cercare la ragazza scomparsa. Una prova di grande maturità la loro, perché hanno dimostrato come, nel momento delle vere difficoltà, la differenza la faccia la capacità di stare dalla parte giusta della storia, e in questo caso la parte giusta era quella di cercare, anche se a Roma, anche se tutti dicevano di ripartire, anche se le Forze dell'Ordine si muovevano lente (come fanno sempre prima delle 24 ore, in casi del genere), la loro amica. Anche perché c'era una famiglia in lacrime, e quella famiglia doveva sentire di poter avere una speranza alla quale aggrapparsi. Quella speranza erano Maurizio, Davide e Orlando, armati del coraggio della civiltà.

