
Un 14enne affetto da uno spettro
autistico di tipo 1 che vive con il padre in Abruzzo
rifiuterebbe ogni rapporto con la madre e il fratello, che
vivono in Piemonte, per timore di essere portato via o
trattenuto lontano dal papà. é quanto sostiene l'avvocata Monica
Passamonti, che nella causa civile assiste il padre del 14enne,
chiedendo l'intervento del ministero della Disabilità e della
Giustizia.
La vicenda è stata resa nota dall'associazione 'Autismo
Abruzzo Aps' e la questione è la questione è al vaglio del
tribunale di Pescara, che dovrà valutare la richiesta della
madre di riaverlo con sé. "I servizi sociali non hanno mai
attivato interventi adeguati, contribuendo all'aggravarsi del
disagio fino alla sospensione degli incontri protetti - spiega
Passamonti -. Nel procedimento è stata nominata una consulenza
tecnica d'ufficio priva di competenze in neuropsichiatria
infantile, elemento gravissimo in presenza di un minore
autistico". Una consulenza che è stata contestata dal consulente
di parte, il professor Ugo Sabatello, neuropsichiatra infantile
del centro Alef Sapienza di Roma. Ma in udienza, sostiene
l'avvocata, il magistrato l'ha comunque ritenuta 'ineccepibile',
rifiutando persino un confronto tecnico tra consulenza tecnica
d'ufficio e consulenza di parte". E "ancora più preoccupante è
il fatto che il giudice non abbia ascoltato il minore,
nonostante fosse previsto nel provvedimento iniziale e
nonostante l'obbligo stabilito dalla Riforma Cartabia".
Secondo il legale, l'intenzione del magistrato sarebbe di
riattivare gli incontri tra il minore da un lato e la madre e il
fratello dall'altro. "Così facendo - dice - il Tribunale però
non sta tutelando un minore fragile, ignorando la sua volontà,
la sua diagnosi e il suo superiore interesse"

