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mastrodasx.jpegLa Pinacoteca Civica si apre oggi alle 18 ad  un nuovo capitolo della sua storia accogliendo “Mastrodascio. Omaggio a Teramo”, una grande esposizione dedicata al Maestro Silvio Mastrodascio. Tra le 35 sculture selezionate, spiccano le 20 opere che l’artista ha deciso di donare alla città, un gesto che rappresenta molto più di un contributo culturale: è un atto d’amore verso la sua comunità d’origine. Le nuove sculture entrano a far parte di un patrimonio che, dal 1868, custodisce l’identità artistica teramana. La Pinacoteca — cuore del Polo Museale — conserva infatti opere di figure che hanno segnato la storia dell’arte locale, da Pasquale Celommi a Venanzo Crocetti, passando per Raffaello Pagliacetti, Cesare Averardi, Guido Montauti e Giovanni Melarangelo. L’arrivo delle opere di Mastrodascio si inserisce idealmente in questa tradizione, ampliandola e rinnovandola con un linguaggio plastico che ha saputo conquistare anche la scena nazionale. La mostra propone un viaggio attraverso le diverse stagioni creative dell’artista: sculture che emergono dalla materia con una forza primordiale, figure che dialogano con la luce, volti che sembrano interrogare lo spettatore. Accanto ai lavori tridimensionali trovano spazio anche dieci opere pittoriche selezionate per raccontare un aspetto meno noto ma altrettanto significativo della sua produzione. L’allestimento si inserisce in un più ampio percorso di rilancio del Polo Museale, che negli ultimi anni ha riportato al centro della vita cittadina la Pinacoteca, restaurata e riaperta nel 2018 dopo un lungo periodo di chiusura. Oggi questo luogo rappresenta non solo uno scrigno di memoria, ma anche un ponte tra passato e futuro: un punto di contatto tra la vocazione culturale della città e quella ambientale della vicina Villa Comunale. A rafforzare questo processo contribuiscono i nuovi progetti in corso, come quello finanziato dal bando “Piccoli musei”, che prevede contenuti immersivi in realtà virtuale, installazioni artistiche site-specific negli spazi esterni e una rinnovata immagine della Pinacoteca. L’obiettivo è trasformare l’area museale in un luogo vivo, inclusivo, capace di dialogare con cittadini, scuole e visitatori, e di raccontare la cultura con un linguaggio contemporaneo senza perdere il legame con le radici. In questo contesto, la mostra dedicata a Mastrodascio assume un valore simbolico: è il segno di una città che continua a investire sulla propria identità culturale e che, grazie a un artista che ha scelto di restituire alla sua terra una parte del proprio lavoro, rafforza il ruolo del suo Polo Museale come centro propulsore di creatività e conoscenza. Per Teramo, è un’occasione per guardare alla propria storia artistica e, al tempo stesso, proiettarsi verso il futuro con un patrimonio che da oggi si arricchisce di nuove forme, nuovi racconti, nuove emozioni scolpite nella materia.