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Karol non si trova. Sul massiccio del Gran Sasso continuano senza sosta le operazioni di ricerca, ma del 44enne polacco Karol Brozek non emerge alcun indizio. L’uomo è scomparso da oltre una settimana: l’ultimo contatto telefonico con la famiglia risale al 18 novembre, mentre il giorno seguente le telecamere di Campo Imperatore lo hanno ripreso mentre si allontanava a piedi con i due cani, senza abbigliamento adeguato per affrontare la montagna in quelle condizioni. A ripercorrere ciò che si sa è la sorella gemella, Diana, che dalla Polonia segue la vicenda mantenendo un filo diretto con le autorità italiane. È stata la società di noleggio del camper a segnalare per prima ai familiari la presenza del mezzo fermo e parzialmente innevato nel piazzale di Campo Imperatore. Il giorno successivo alla segnalazione, la famiglia ha presentato denuncia di scomparsa e si è messa in contatto con l’ambasciata polacca. All’interno del camper sono stati ritrovati effetti personali e un telefono che non coincide con quello registrato nel contratto: un elemento che fa pensare che Brozek disponesse di un secondo apparecchio, attualmente spento o non raggiungibile. Brozek aveva lasciato Danzica a fine ottobre per un tour europeo con un camper preso a noleggio, documentando alcune tappe – anche in Italia, come sul Lago di Como – attraverso i social collegati al suo progetto dedicato al mondo dei cani, morskiePsy. Il 31 ottobre aveva scritto di aver bisogno di allontanarsi per un po’, raccontando di convivere con un disturbo dell’attenzione e di aver ricevuto di recente una diagnosi di Disturbo dello spettro autistico. Parole che avevano fatto intuire un momento di fragilità personale. I familiari, da sempre abituati ai suoi periodi di silenzio, non si erano inizialmente allarmati, finché il camper abbandonato in quota non li ha spinti a temere il peggio. Informatico di professione e addestratore cinofilo per passione, Brozek aveva dato vita in Polonia a una scuola per cani che offre anche servizi di pensione e assistenza. Il progetto, molto seguito online, è oggi invaso da messaggi di sostegno, mentre amici e conoscenti condividono l’appello per aiutare nelle ricerche. Intanto, sul Gran Sasso il maltempo continua a rallentare i soccorsi: neve, vento forte e scarsa visibilità impediscono l’uso degli elicotteri, costringendo le squadre a spostarsi soltanto via terra. Una ricerca lenta, resa ancora più difficile dall’assenza di nuove segnalazioni.IMG_6130.jpg