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Nato a Tunisi 92 anni fa, con origini profonde in Abruzzo, Nicola Pietrangeli si è spento nella mattina di lunedì 1 dicembre. Figura iconica dello sport italiano, il campione era cittadino onorario di Prata d’Ansidonia dal 2007, il comune aquilano da cui proviene la sua famiglia e in particolare la frazione di Tussio, paese natale del nonno poi emigrato in Tunisia per lavoro. Pietrangeli è stato il precursore del grande tennis tricolore. Fu il primo italiano a vincere un torneo dello Slam, conquistando il Roland Garros per due edizioni consecutive, nel 1959 e nel 1960: un’impresa che lo ha consegnato alla storia dello sport nazionale e che rimane ancora oggi un simbolo di eccellenza. A testimonianza del suo valore assoluto, Pietrangeli è tuttora l’unico tennista italiano inserito nella Hall of Fame del tennis mondiale. La sua carriera è costellata di primati: in Coppa Davis detiene tuttora il record di presenze (164 partite) e di vittorie, sia in singolare (78) che in doppio (42). Nel 1976, da capitano, guidò la squadra azzurra al trionfo nella celebre e discussa finale di Santiago del Cile. Nel suo palmarès figurano 48 titoli complessivi, tra cui due vittorie agli Internazionali d’Italia. Indimenticabili anche le medaglie ai Giochi del Mediterraneo di Napoli del 1963: l’oro in singolare contro lo spagnolo Manuel Santana e il bronzo nel doppio con Orlando Sirola. Oltre ai successi, Pietrangeli era celebre per la sua personalità schietta e brillante. Amava ripetere, con l’ironia che lo ha sempre contraddistinto: «Se mi fossi allenato di più, avrei vinto di più ma mi sarei divertito di meno». Una frase che racconta un modo unico di vivere lo sport: con leggerezza, passione e gusto per la vita. Nonostante la nascita a Tunisi, Pietrangeli ha mantenuto un forte legame con le sue radici abruzzesi. La cittadinanza onoraria ricevuta da Prata d’Ansidonia nel 2007 testimonia un rapporto speciale, alimentato dalla storia familiare e dal riconoscimento di un’intera comunità.