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Nel giorno dedicato alle persone con disabilità, mentre istituzioni e social network si riempiono di messaggi, slogan e dichiarazioni di principio, c’è chi sceglie un’altra strada: quella del realismo, della denuncia e della responsabilità. È il caso di Fausta Di Berardo, esponente di Futuro In Teramo, che ha affidato alle sue parole uno spaccato lucido e diretto della condizione quotidiana delle persone con disabilità.

“Una donna in carrozzina si è svegliata sapendo che avrebbe letto fiumi di parole in difesa dei diritti delle persone con disabilità. Parole proferite dai più, dai tanti”, scrive Di Berardo. Un pensiero che riassume il clima che ogni anno accompagna la Giornata internazionale delle persone con disabilità: un profluvio di buoni sentimenti che raramente si traduce in politiche concrete. Il problema, sottolinea, è proprio questo: tutti parlano, pochissimi conoscono davvero la materia. Affrontare la disabilità richiede competenza, conoscenza delle norme, dei diritti, dei sistemi di tutela e di sanzione. Richiede professionalità: il disability management, non l’improvvisazione.

Di Berardo rifiuta apertamente il filantropismo di stampo ottocentesco: le persone con disabilità non hanno bisogno di concessioni o di compassione, ma del rispetto pieno e reale delle norme. Hanno bisogno che le barriere vengano abbattute, che la quotidianità non sia una scalata continua. E rivendicano il diritto di parlare per sé stesse, senza portavoci di comodo: “Sul tema della disabilità sono rarissimi gli impegni autentici che abbiano prodotto risultati concreti”.

“Dimentichiamoci del passato”, aggiunge, invitando a guardare al futuro senza retorica, con la speranza che sia prodigo di fatti e non di dichiarazioni autocelebrative. “Siamo disabili, ma siamo persone pensanti”, conclude. Una frase che racchiude dignità, consapevolezza e determinazione: la richiesta semplice e insieme potentissima di una comunità che pretende fatti, non parole.