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01ntcp6x07004-d_web.webpLettera al mio Preside, prof. Candeloro Di Biagio
Caro Preside,
in tanti anni di vita scolastica non avevo mai assistito all’apertura di un collegio docenti con una parola come cuore.

Eppure la vita, nella sua essenza più autentica, ruota attorno a questo vocabolo che troppo spesso viene ignorato, messo da parte, soffocato dalla fretta e dalla razionalità.
Incontrare un dirigente che la pensasse così è stata una vera sorpresa.

Nella mia carriera ho incontrato molti manager: competenti, certo, ma spesso freddi, distanti, imprigionati nei numeri e nelle procedure.
Lei no. Lei è arrivato portando con sé uno sguardo diverso, uno sguardo umano.

Grazie, Preside, per aver dato valore alla sensibilità.
Per essersi commosso davanti ai bambini, senza temere di mostrare la parte più fragile e più vera di sé.

Grazie per quel libro che porta sempre con sé, un libro che parla d’amore, e che sembra ricordarci ogni giorno che a scuola non si cresce solo nella mente, ma anche nell’anima.
Grazie per credere in noi, per aver scelto l’essere più che l’apparire.

Per lavorare nel silenzio, in una logica che non segue le mode del momento ma ascolta ciò che conta davvero: le persone, le relazioni, i piccoli passi che costruiscono futuro.

Grazie, Preside, perché nel suo modo di guidarci c’è un invito costante a tornare al cuore—alla parte più umana della scuola, e forse anche di noi stessi.

Con sincera gratitudine.

Anonima scolastica