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C’è un momento, entrando da Ebrius, l’elegante ristorante di Piazza Martiri, in cui tutto sembra posarsi: i rumori della città, i pensieri in corsa, perfino il tempo. È il momento in cui ci si accorge che, da quando Anna Esposito è salita al timone, con chef Roberto in cucina, il ristorante ha iniziato a costruire un’emozione nuova.

Un’emozione fatta di intuizioni luminose, di mani che conoscono la memoria dei sapori, di cuore che sa trasformare gli ingredienti in racconti e i vini in suggestioni.
Anna non cucina: governa le emozioni.
Le orchestra.
Le annoda come fili sottili di una trama culinaria che, piatto dopo piatto,  sta disegnando l’identità nuova di Ebrius.
Un'identità che si costrusice anche trasformando in percorso di scoperta il rito del pane e olio, con una degustazione inebriante.
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Una nuova visione del rapporto con il territorio.
Nella carta dei vini, ad esempio, dove bicchiere dopo bicchiere, cercando tra le cantine più magiche del territorio, si intraprende un viaggio di estasi.
Una nuova visione del rapporto con le storie delle nostre terre.
Ed è da questa visione che nasce la nuova, sorprendente proposta della casa: il Brunch di Ebrius, disponibile dal martedì alla domenica, un rito di mezzogiorno che diventa abbraccio, viaggio, meraviglia.
Tre menù, tre universi.
Ognuno un distillato di sensazioni.

CLASSIC – Il cuore che si ricorda (25 euro)

È il brunch che profuma di casa, di Abruzzo, di tradizioni accarezzate e ripensate con rispetto e ardore. La coppa Fracassa incontra la ricotta e il miele in un risveglio morbido e sincero. Il pecorino di Farindola parla la lingua antica dei pascoli. Il flan di uova e peperoni è un sussurro gentile che introduce la scelta decisiva: chitarra alla teramana, per chi vuole ritrovare il passato,
oppure costine di agnello fritte, per chi vuole accenderlo. I dolci sono memoria che sorride: il muffin al bocconotto, la pesca abruzzese, la sbriciolata pere e cioccolato. Una chiusura che consola, come una carezza sul palmo.
VEGAN – La meraviglia che sorprende (20 euro)
Anna dimostra che la cucina vegetale non è alternativa: è poesia pura. L’hummus con cavolo nero apre la strada a un viaggio luminoso, seguito dai peperoni arrostiti sott’olio e dal sandwich di zucchine grigliate, in un crescendo di profumi. Poi la scelta: la vellutata di zucca con stracciatella e pane croccante, velluto che scalda, oppure seitan e funghi Pleurotus, un abbraccio boschivo. La frutta diventa festa: ananas, mousse di cachi, cheesecake ai frutti di bosco. Un brunch che danza leggero ma lascia il segno.
HEALTY Gluten Free – La leggerezza che nutre (20 euro)
Qui Anna esplora l’equilibrio. L’energia dell’hummus, la dolcezza luminosa della ricotta e miele, il flan uova e peperoni che ritorna come firma della nuova visione. Poi il bivio: pasta di legumi con verdurine croccanti, un inno alla vitalità, oppure petto di pollo con insalata, essenzialità elegante. A seguire, un percorso dolce ma corretto: ananas, barrette di frutta secca, banana bread. Un brunch che alleggerisce e ispira.

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E quando scende la sera, Ebrius racconta un'altra storia: il menù alla carta Il venerdì e il sabato, a cena, la cucina di Ebrius torna a essere tempio. Un luogo dove il territorio si fa rito e la memoria diventa celebrazione. Dalla selezione di salumi e formaggi locali alle olive alla teramana, dalle mazzarelle ai gnocchi al ragù bianco di papera, ogni piatto è un frammento di Abruzzo che si fa epico. La chitarra alla teramana, le fregnacce ai funghi, l’arrosto di agnello, la porchetta dello chef (nella foto): sono pagine di un racconto che profuma di legna, di colline, di feste illuminate a lampadine, ma anche di emozioni antiche e nuove. E poi la Pizza Dogge, la pesca abruzzese, il tiramisù, la Fantasia di Ebrius, dolci che chiudono il cerchio con un sorriso pieno. 

Ebrius oggi è un luogo che non si visita: si vive
Con l’arrivo di Anna Esposito e di chef Roberto, chiamati da patron Franco Iachini a costruire un nuovo percorso, Ebrius non cambia semplicemente menù: cambia ritmo, cambia anima, cambia destinazione.
Diventa un approdo.
Un invito a fermarsi.
A ritrovare il gusto di lasciarsi emozionare.
Il brunch è soltanto il primo capitolo di una storia che promette di crescere, di evolvere, di stupire.

E chi attraversa quella porta lo capisce subito: qui la cucina non nutre soltanto.
Qui la cucina abbraccia.