Un bilancio di fine anno quello della Provincia di Teramo anticipato a certastampa.it dal Presidente Camillo D'Angelo che si chiude tra soddisfazioni concrete, nodi ancora aperti e una visione di lungo periodo per la Provincia di Teramo. Il 2025 sta per archiviarsi con risultati definiti “molto movimentati”, tra gestione del patrimonio, scuole, infrastrutture e una partita ancora centrale: quella sul Palazzo Arpa e sulla sala polifunzionale, che la Provincia intende riprendersi per restituirla alla città. Tra i traguardi più rilevanti spicca la vicenda degli impianti sciistici di Prati di Tivo e Prato Selva. Dopo aver vinto tutti i gradi di giudizio, il 15 gennaio la Provincia tornerà ufficialmente in possesso degli impianti, diventando attrice protagonista, insieme alla GST, della loro gestione. Da qui partirà un progetto di ripristino e ristrutturazione che non riguarderà solo la revisione tecnica, ma l’intero comprensorio montano. Diverso l’esito sul fronte Delfico, dove non è arrivata la sentenza sperata nonostante le dimostrazioni tecniche presentate. Tuttavia, viene rivendicato un risultato importante: in appena cinque settimane è stata realizzata una struttura alternativa che ha permesso agli studenti di rientrare in aula. Non una sostituzione del Delfico, ma una struttura “jolly”, destinata a servire la collettività anche in futuro, durante altre fasi di ricostruzione scolastica.
Sul piano della programmazione, il 2025 segna passi avanti su progetti strategici: quasi concluso l’intervento nell’area di via San Marino e via Po, zona Alessandrini–Ipsia Marino, dove sorgerà un grande polo scolastico. A Roseto, il progetto del SAF ha ottenuto anche un riconoscimento europeo: un campus moderno, con spazi scolastici, sportivi, artistici e di aggregazione, pensato come modello di lunga visione. In prospettiva, la Provincia guarda a un campus di tipo europeo, orientato alle sfide globali dell’automotive, dell’intelligenza artificiale e dell’automazione robotica, per offrire ai ragazzi strumenti adeguati al futuro. Grande attenzione anche a strade e personale. Il rafforzamento dell’organico, in particolare con il ritorno dei cantonieri e dei manutentori, è stato uno dei punti qualificanti dell’anno. Rinnovato il parco mezzi, fermo da oltre vent’anni, e avviato un piano strutturato di manutenzione ordinaria che sta già dando risultati. Sulle infrastrutture viarie sono stati investiti milioni di euro, con circa 25 milioni attualmente in appalto. Particolare attenzione è rivolta ai ponti: su 204 strutture provinciali, 32 sono finanziate e 16 prossime agli interventi, numeri ancora insufficienti ma accompagnati anche da fondi propri e da un monitoraggio costante per prevenire criticità. Capitolo delicato quello della sede centrale della Provincia: il progetto esecutivo per la ricostruzione è pronto da tempo, ma si è ancora in attesa dell’autorizzazione della Soprintendenza. L’intervento non sarà solo tecnico ed estetico, ma anche funzionale, con la valorizzazione della parte interrata di via Milli come spazio espositivo, vetrina delle eccellenze culturali, enogastronomiche e tecnologiche del territorio. Sul fronte degli spazi pubblici, resta aperta la questione della sala polifunzionale. Dopo due anni di blocco, la Provincia valuta un investimento di circa 100mila euro per separarla formalmente dalla Regione e dalla biblioteca, gestendola in autonomia per evitarne ulteriori ritardi. In alternativa, è in fase di progettazione la ristrutturazione dell’aula magna dell’Istituto Milli, che potrebbe offrire 120 posti utilizzabili anche dalla città. Centrale, infine, il nodo del Palazzo Arpa. La Provincia ribadisce la piena titolarità dell’edificio, come dimostrato dai documenti e dai tentativi, respinti, di intestazione all’Agenzia delle Entrate da parte di Arpa Abruzzo. A gennaio partiranno nuove comunicazioni ufficiali ad Arpa e all’USR per chiarire la titolarità dei finanziamenti e avviare il percorso di ricostruzione. Sul tavolo c’è l’ipotesi di abbattimento e delocalizzazione, con una volontà condivisa di spostamento nell’area della fiera di Campobasso, o comunque in un sito da concordare con il Comune di Teramo, all’interno di una pianificazione urbana coerente. Una visione che si allarga al futuro della città: rigenerazione urbana, rifunzionalizzazione degli edifici, viabilità e spazi pubblici. L’idea è superare una visione ferma agli anni Sessanta per contrastare desertificazione e invecchiamento del tessuto urbano. La Provincia si dice pronta a collaborare con il Comune per costruire un progetto di ampio respiro, capace di restituire a Teramo una prospettiva moderna, europea e realmente sostenibile.


