Una ferita che il tempo non ha cancellato, ma che la comunità ha scelto di trasformare in memoria condivisa e consapevole. A Rapino, si è tenuta una giornata di commemorazione dedicata ad Adele Faragalli, a 63 anni dalla tragica scomparsa avvenuta il 21 dicembre 1962. Un ricordo che affonda le radici in una storia dolorosa, narrata anche nel testo simbolico “La quercia testimone: un ricordo commovente”. Era un venerdì di dicembre, l’indomani sarebbero iniziate le vacanze natalizie. Adele, come tanti altri bambini, stava tornando a casa lungo il sentiero che costeggia il fiume Vomano, quando una quercia secolare, recisa dall’uomo, divenne tragicamente strumento di un destino crudele. Da allora quel luogo non è più solo un tratto di campagna, ma un santuario di memoria, dove il dolore collettivo si è fatto poesia e responsabilità. La giornata commemorativa è stata promossa dal Gruppo Alpini Teramo, con il patrocinio del Comune di Teramo, della Provincia di Teramo, del BIM Teramo e della comunità di Rapino. Non si è trattato solo di una commemorazione formale. È un gesto collettivo che ha rinnovato il patto tra una comunità e la propria storia, trasformando una tragedia in occasione di riflessione e di educazione alla memoria. In un tempo che corre veloce e spesso dimentica, Rapino sceglie di fermarsi, ricordare e custodire. Perché il ricordo di Adele Faragalli non appartiene solo al passato, ma continua a parlare al presente, ricordando che dietro ogni nome c’è una vita, e che la memoria, se condivisa, può diventare un atto di speranza.







