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030610076-9aa0bf2a-33e0-49c2-8b6a-863be31852a0.jpgIn Abruzzo esiste una legge che dovrebbe sostenere le famiglie dei malati oncologici e dei pazienti costretti a curarsi fuori regione, ma oggi – nei fatti – è rimasta senza copertura finanziaria. Zero risorse stanziate, zero risposte per chi affronta cure salvavita lontano da casa. A denunciarlo sono i parlamentari del Partito Democratico Ilenia Malavasi e Luciano D'Alfonso, che annunciano il deposito di un’interrogazione parlamentare al Ministro della Salute.

Al centro della denuncia ci sono i cosiddetti “viaggi della speranza”: spostamenti spesso lunghi e onerosi che coinvolgono persone fragilissime, affiancate da familiari, per accedere a cure oncologiche o a trapianti non disponibili sul territorio regionale. «La Regione Abruzzo ha scelto di non rifinanziare il fondo che garantiva un minimo di sostegno per viaggio, vitto e alloggio – spiegano –. È una decisione grave, che colpisce direttamente il diritto alla salute e amplia le disuguaglianze sociali».

Secondo Malavasi e D’Alfonso, la situazione è il risultato di anni di cattiva gestione della sanità regionale da parte della giunta di centrodestra. Il quadro tracciato è severo: una mobilità sanitaria passiva che supera i cento milioni di euro l’anno, servizi territoriali carenti e ora anche il taglio di misure definite «di civiltà» a danno dei pazienti più vulnerabili. «È inaccettabile – insistono – che non si riescano a reperire circa 200 mila euro per sostenere famiglie alle prese con cure durissime. Non è solo un problema di bilancio, ma una scelta politica precisa, che denunciamo con forza».

L’appello finale è rivolto al governo nazionale. «Non può voltarsi dall’altra parte – concludono i due parlamentari –: la salute non può dipendere dal codice di avviamento postale o dal reddito familiare. L’Abruzzo merita una sanità più giusta e chi governa la Regione deve assumersi fino in fondo le proprie responsabilità». Da qui l’invito diretto al ministro Orazio Schillaci: «Si faccia sentire».