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Simona Mazzilli 1“Negli ultimi giorni il dibattito cittadino si è concentrato sul concerto del 29 dicembre in piazza Martiri e sulla cosiddetta “questione Sfera Ebbasta”. Un tema complesso, che tocca il rapporto tra istituzioni, giovani e spazio pubblico, e che non può essere liquidato con slogan o con interventi estemporanei sui social”. Lo afferma Simona Mazzilli, segretaria comunale di Azione Teramo, intervenendo a evento concluso dopo le dichiarazioni pubbliche del sindaco e dell’assessore alla Cultura. «Parlo da cittadina, da madre di due figli adolescenti e da persona che crede nella politica come servizio alla comunità e alla qualità della vita collettiva», sottolinea.

Secondo quanto emerso – prosegue Mazzilli – l’amministrazione ha destinato circa 100 mila euro di risorse pubbliche a un evento che ha comportato la chiusura prolungata di una delle piazze centrali della città e l’organizzazione di un concerto a pagamento, rivolto in larga parte a un pubblico adolescente, con costi di accesso per famiglie e ragazzi tutt’altro che marginali per un’esibizione di durata così limitata”.

A fronte delle polemiche sollevate nelle settimane precedenti, il sindaco e l’assessore hanno rivendicato l’evento come una risposta alle critiche fondata sul dialogo, sull’ascolto e sull’assenza di censure. “Ma davvero si ritiene – osserva la segretaria comunale di Azione – che un evento di questo tipo rappresenti un autentico strumento di comunicazione tra adulti e giovani? Il confronto con le nuove generazioni non si improvvisa in una sera, né si esaurisce in un concerto, per quanto partecipato»”.

Mazzilli ricorda come, già dopo i fatti avvenuti a febbraio in piazza San Francesco, Azione avesse avanzato una proposta concreta: “La creazione di un tavolo permanente tra Comune, Istituti scolastici, ASL – in particolare i servizi di psicologia dell’età evolutiva – ed enti del terzo settore, per costruire percorsi continuativi capaci di offrire ai ragazzi strumenti utili a trasformare il disagio e la violenza in confronto e crescita». Una proposta che, sottolinea, «non ha mai trovato seguito, preferendo invece attribuire alle famiglie, che pure hanno un ruolo fondamentale ma non esclusivo, l’intero carico di responsabilità”.

“Le istituzioni – conclude Mazzilli – hanno il dovere di assumersi pienamente le responsabilità che derivano dal ruolo che ricoprono. Questo impegno non coincide con l’organizzazione di eventi spot, costosi e a pagamento, che sottraggono spazi pubblici alla fruizione libera dei cittadini. Per questo Azione torna a chiedere con forza l’attivazione seria e strutturata di un tavolo permanente sulle politiche giovanili e ribadisce la propria contrarietà alla chiusura di aree pubbliche per eventi a pagamento finanziati, direttamente o indirettamente, con risorse pubbliche. Se davvero si vuole dialogare con i giovani, servono ascolto continuo, progettualità e responsabilità, non operazioni di immagine”.