Gran Sasso Teramano / C'è la seconda tranche dei Fas. Bilancio in "sostanziale pareggio". Liquidazione sventata? Assemblea a fine mese
Un bilancio sostanzialmente in pareggio. E' quello che, nell'assemblea convocanda per il prossimo 23 febbraio, la Gran Sasso Teramano spa sottoporrà all'attenzione e alle valutazioni dei soci, in primis la Provincia di Teramo. Numeri e dati che al momento non sono stati comunicati ai soci ma che, stando a quanto si apprende, sarebbero tali da non presupporre la messa in liquidazione della società titolare degli impianti di risalita dei Prati di Tivo e Prato Selva. L'ipotesi di liquidare la Gran Sasso circola da tempo tra i corridoi della Provincia che, come noto, detiene le quote di maggioranza della partecipata che ha costruito la cabinovia La Madonnina e per la cui realizzazione ad horam attende il saldo dei fondi Fas. Al riguardo, dopo la prima tranche da poco più di 5 milioni di euro incassati in estate, nelle casse della Provincia sono arrivati altre risorse da parte della Regione Abruzzo: si tratta della seconda tranche (pari ad un altro 40% del totale da oltre 11 milioni di euro) dei fondi Fas attesi da anni. Un 40% pari a circa 4 milioni: di questi, 1 milione è stato già girato dalla Provincia alla Gran Sasso. I restanti 3 milioni dovrebbero essere già nel forziere di via Milli e potrebbero essere versati sul conto corrente della partecipata a breve. Poi non resterà che confidare nell'ultima tranche, a titolo di saldo, da circa 1 milione di euro. Proprio l'avvenuto incasso dei primi 5 milioni, avvenuto dopo il 30 giugno, avrebbe sostanzialmente modificato la situazione debitoria antecedentemente prospettata dalla Gran Sasso Teramano (oltre 2 milioni in rosso) e tale da suggerire ai soci la strada inevitabile della messa in liquidazione. Altro fattore subentrato dopo la data del 30 giugno, la sottoscrizione del contratto di concessione degli impianti al prezzo di 200mila euro all'anno per quindici anni (previsione totale 3 milioni di euro). Sarebbero questi i principali due elementi (concessione impianti e tranche fondi Fas) ad aver mutato il bilancio che la società ha definito nei giorni scorsi. O meglio, più che un bilancio, una ricognizione economico-finanziaria della società così come richiesto in primis dal presidente della Provincia, Renzo Di Sabatino, all'amministratore Marco Bacchion. Ricognizione che vedrebbe il bilancio della Gran Sasso in sostanziale pareggio (l'anno scorso chiuse con un utile di 24mila euro circa) Il bilancio vero e proprio verrà definito successivamente. Fondamentale per il destino della partecipata sarà l'assemblea del 23 febbraio. La parola adesso passa ai soci.