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Tutte le volte che vedeva la nipote uscire da casa o rientrarvi, insieme al figlioletto di soli 5 anni, si faceva trovare lì nei pressi. Sul balcone, sotto casa, per strada. Ma soprattutto nascosto a ridosso dell'uscio della sua stalla. Un uscio lasciato semiaperto, affinchè venisse visto mentre si masturbava. Dopo una lunga inchiesta a firma del sostituto procuratore Laura Colica ed una citazione diretta in giudizio, è arrivata la condanna per un 59enne di un Comune dell'entroterra teramano: il giudice monocratico del Tribunale di Teramo, Massimo Biscardi, lo ha condannato questo pomeriggio a 2 anni e 3 mesi di reclusione. La donna e il marito si sono costituiti parte civile sia separatamente, sia come coniugi in rappresentanza del figlio che oggi ha quasi 8 anni. Il giudice ha condannato quello zio che si masturbava davanti ai suoi occhi. Non solo. Stando a quanto emerso nell'inchiesta, prima, e nel processo, poi, il 59enne per tre anni, incurante del grado di parentela, ha molestato verbalmente la moglie di suo nipote, rivolgendole apprezzamenti volgari, scurrili, sempre a sfondo sessuale. E lo ha fatto tutte le volte che la vedeva. Incurante soprattutto che, nella maggior parte delle circostanze, la donna fosse con suo figlio preso per mano. Negli ultimi periodi, non pago di mostrarsi mentre si masturbava sull'uscio della stalla, aveva iniziato a posizionarsi sul balcone per la medesima pratica. La donna lo ha denunciato, idem il marito. Poi l'inchiesta e il processo, in cui la donna e il marito si sono costituiti parte civile (sia separatamente sia come coppia di genitori, in rappresentanza del figlioletto). A rappresentarli, l'avvocato Marco Maria Ferrari del foro di Teramo. Oggi la condanna di primo grado a due anni e tre mesi. tribunale-teramo-3