VIDEO E INTERVISTE - TORTORETO / FALLIMENTO PER LA RDB, NONOSTANTE L'OFFERTA. LAVORATORI PROTESTANO DAVANTI AI CANCELLI CHIUSI
Cancelli chiusi alla RDb di Tortoreto. È l'amara sorpresa che hanno ricevuto i lavoratori stamane al loro arrivo in azienda. Venerdì in tarda mattinata, il tribunale di Piacenza aveva dichiarato il fallimento della società nominando i due curatori fallimentari e decretando l'attività provvisoria fino al 12 marzo.
Questo vuol dire che, se lavoreremo, se ci pagheranno gli stipendi correnti, se i committenti non ritireranno subito le commesse, a marzo andremo tutti a casa. Sarebbe normale se l'azienda venisse da una situazione di crisi irreversibile senza alcuna alternativa, ma non è proprio così.
In un anno e mezzo di Amministrazione Straordinaria, i commissari hanno chiuso gli stabilimenti fermi, hanno riavviato i quattro stabilimenti produttivi e hanno rimesso in attività l'intero gruppo per avviarlo a vendita. Sono arrivate diverse offerte ed una e' stata concretizzata prima di Natale con atto notarile di cessione del gruppo RDB all'azienda Geve srl che, invece di partir dal 1 gennaio 2015, e' completamente scomparsa e dichiarata quindi decaduta dalla cessione.A questo punto sono rientrati in gioco altri offerenti, uno dei quali ha a priori versato un anticipo di 250000€, in attesa che il giudice desse ai commissari l'autorizzazione a procedere alla cessione. Il giudice invece, dichiarando chiusi i termini temporali, pur in contrapposizione con i commissari e con il Ministero dell'Economia, decreto il fallimento dichiarando così di tutelare l'interesse dei creditori. "Come un fallimento tuteli l'interesse dei creditori ancora non lo capiamo, ma soprattutto come si fa a buttare fuori 700 lavoratori perché sono decorsi i termini per accettare offerte di vendita dell'azienda", dichiara Giancarlo De Sanctis,segretario FILCA Cisl, e aggiunge: "Sapremo presto cosa c'è sotto, intanto i cancelli della fabbrica restano chiusi e noi restiamo fuori in attesa solo di sapere quando andremo ad infoltire l'enorme schiera di disoccupati, ormai l'azienda più grande del nostro paese".
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