POLIZIA / CODICI CLONATI IN PAKISTAN PER ...ACQUISTI IN ITALIA GRAZIE ANCHE AD ESERCENTI COMPIACENTI
L'American Express segnala alla Polizia Postale che carte di credito con codici americani risultano non solo contraffatte ma utilizzati in Italia. Da qui l'avvio della complessa indagine, durata due anni, coordinata dalla Procura dell'Aquila e sfociata questa notte nell'esecuzione di nove ordinanze di custodia cautelare e ai domiciliari oltre ad una denuncia. Sette italiani, tutti teramani: di Teramo, Alba Adriatica, Montorio, Val Vomano, Villa Rosa, Colonnella. Gli altri tre, stranieri. In carcere Fabio Romolo, 36 anni, gestore di un night lungo la costa; ai domiciliari Mauro Bottini, 49 anni, Nicola Marcozzi, 65 anni ma a titolo personale e non come referente dell'ANMIL (l'associazione nazionale invalidi); Carlo Bruni, imprenditore di 50 anni. E ancora: è finito ai domiciliari Franco Di Nicola, 42 anni e l'imprenditore 45enne Graziano Vagnoni. Per quanto riguarda gli stranieri, la Polizia ha tradotto in carcere il pakistano Adeel Farooq, 30 anni, ritenuto capofila dell'intera organizzazione transnazionale. Mentre ai domiciliari sono finiti il 30enne disoccupato rumeno Marcu Malain e la cittadina moldava 34enne, anch'essa disoccupata, Alona Osipova. Unico denunciato, G.E. L'accusa, per tutti, è di associazione a delinquere finalizzata l'indebito uso di codici bancari di carte di credito clonate in Pakistan, ricettazione (visto che chi effettuava acquisti, poi li rivendeva per fruttare ricavi) e accesso abusivo a sistemi informatici. Venti in tutto gli indagati. L'operazione è stata condotta dalla Polizia Postale, diretta in Abruzzo dalla dottoressa Elisabetta Narciso, e dalla Squadra Mobile di Teramo, diretta dal dottor Gennaro Capasso. Il danno ai circuiti bancari si stima ammonti a più di 500mila euro. Vittime, cittadini statunitensi, australiani, indiani. Le indagini sono coordinate dal pm David Mancini e le misure restrittive personali sono stati disposte dal gip Gargarella dell'Aquila. Oltre 200mila le telefonate intercettate. 20 i gps posizionati sulle auto degli indagati per seguire ogni movimento. Centinaia le ore di registrazione acquisiti da disparati sistemi di videosorveglianza di alcuni degli esercizi compiacenti.