Anaao: «Il sistema sanitario abruzzese rischia l’involuzione»
Preservare il sistema sanitario regionale dal pericolo di una sua disgregazione per tutelare la salute dei cittadini abruzzesi ed assicurare il lavoro e la sicurezza dei dirigenti medici e di tutti gli operatori della sanità. È questo l’impegno che il consiglio regionale dell’ANAAO-ASSOMED, l’associazione dei medici dirigenti, riunitosi nei giorni scorsi, si è posto come obiettivo vista la situazione sanitaria esistente oggi in Abruzzo, dove dalla iniziale fase propositiva si sta passando ad una condizione di stagnazione e, se non interverranno correttivi, di sostanziale involuzione rispetto al passato.
L’ANAAO-ASSOMED, in qualità di principale sindacato rappresentativo della categoria dei medici dirigenti, ritiene che utenti ed operatori corrano in questo momento il rischio di ritrovarsi con un sistema sanitario regionale inefficace ed inefficiente. Le iniziative che avrebbero dovuto essere motivo di sviluppo sono oggi completamente ferme, se non addirittura involute, come la crescita in termini di prestazioni degli ospedali principali, la riconversione e la specializzazione delle strutture sanitarie più piccole attraverso politiche di investimento sul personale e innovazione delle apparecchiature, il miglioramento e la diffusione delle strutture territoriali anche con l’attivazione di percorsi d’integrazione ospedale-territorio, il recupero dell'attività riabilitativa nella medicina pubblica per anni relegata ad un privato accreditato avido di guadagni.
È notizia di qualche giorno fa che occorrerà ridurre al 50% il personale a tempo determinato rispetto a quello utilizzato nel 2009: questo vuol dire ridurre le prestazioni ed avviare la chiusura di reparti e di strutture ambulatoriali, a causa del licenziamento di molti giovani colleghi precari, situazione inimmaginabile con governi progressisti. Se a questo si aggiunge che il sistema sanitario pubblico non riesce ad acquistare un nuovo apparecchio per la risonanza o che dopo tre anni dalla aggiudicazione della gara non si riesce ad aprire una nuova sala angiografia, si capisce come sia impossibile abbattere le liste d'attesa ambulatoriali e chirurgiche nella nostra regione. L'assenza di strutture riabilitative post-ricovero o strutture territoriali uniformemente diffuse sul territorio – che in alcune regioni esistono da anni -, rappresenta una condizione insormontabile per i nostri pronto soccorso, stretti fra la riduzione dei posti letto ospedalieri al 3.7 x mille abitanti, imposta dalla politica nazionale, e la costante richiesta dell'utenza.
L'Abruzzo non ha bisogno di mega ospedali, della cui inaugurazione avranno memoria forse i nostri nipoti, così come non necessità di Aziende Universitarie, riconosciute fallimentari da un punto di vista dei costi e chiuse in molte regioni d'Italia. Piuttosto, considerando che la qualità delle prestazioni sanitarie fornite, come confermato recentemente dal rapporto OCSE, è di ottimo livello, occorrono progetti organizzativi condivisi con i Dirigenti e gli altri operatori sanitari per recuperare il tempo perduto ed evitare il rischio della disgregazione del Sistema Sanitario Pubblico.