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Scuola esplosa a Piano d’Accio: mancano poche ore all’udienza preliminare nel corso della quale il gup del Tribunale di Teramo, Giovanni de Rensis, deciderà se mandare a processo o prosciogliere dall'accusa di disastro colposo i cinque imputati, tutti della CPL Concordia, la cooperativa modenese alla quale il Comune di Teramo ha affidato la gestione degli impianti termici nelle scuole. Gli imputati sono: l'ex presidente della Cpl, quel Roberto Casari arrestato nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte tangenti a Ischia; il componente del Cda di Cpl, Daniele Spaggiari (i due sono rappresentati dall'avvocato Vellani di Modena); Alfredo Lupi, ingegnere, responsabile area tecnica della Cpl; Walter Lucidi, responsabile di commessa della Cpl, e Massimo Lancia, preposto di cantiere, tutti e tre rappresentati dagli avvocato Adriano Di Battista e Lauro Tribuiani. Il sostituto procuratore di Teramo contesta ai cinque imputati il malfunzionamento del vano caldaia nel quale si verificò la tremenda esplosione del 3 ottobre 2013. Quel pomeriggio due aule dell'oggi ristrutturata scuola andarono distrutte. E solo per una provvidenziale coincidenza non si trasformò in una tragedia: appena un’ora prima oltre quaranta bambini avevano lasciato il plesso. Sott'inchiesta, alla luce di quanto emerso dalle perizie affidate dalla procura teramana, due aspetti tecnici dell'impianto di riscaldamento: da una parte, la celletta in cui era alloggiato il contatore, da cui è partita la fuga di gas, non sarebbe stata realizzata a norma; dall'altra, il vano caldaia che avrebbe presentato alcune irregolarità per quanto riguarda i sistemi di sicurezza. Stando a quanto sostenuto dagli avvocati Di Battista e Tribuiani, alcune esigenze di ammodernamento del vano caldaia erano state notificate al Comune. L'udienza preliminare si terràdomani mattina. Il Comune ha già annunciato che si costituirà parte civile in un eventuale dibattimento. scuolaesplosa