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Indagine a tappeto anti-inquinamento delle acque  disposta dal "pool ambiente" coordinato dal Procuratore capo della Repubblica, Antonio Guerriero, su tutti i Comuni teramani. L'inchiesta è alla fase preliminare. La procura ha delegato alle forze dell'ordine, a cominciare dal Corpo Forestale, tutta una serie di attività di raccolta dati, fondamentale per fare una prima fotografia dello status attuale del livello o meno di inquinamento e della presenza o meno di impiantistica adeguata presso i singoli Comuni. Un'indagine che, parallelamente, interessa anche gli uffici di via Nicola Dati visto che determinate informazioni circa le infrastrutture presenti nei Comuni sono squisitamente in capo alla Ruzzo Reti, essendo la società acquedottistica ad aver incamerato la gestione, in primis, dei depuratori nell'intera Provincia. Da alcune settimane i Comuni, dalla costa all'entroterra passando chiaramente per il capoluogo, si stanno vedendo arrivare specifiche note del Corpo Forestale (ma non solo) con un fitto elenco di richieste. I Comuni, così come chiesto espressamente dalla Procura, devono fornire in primis la cartografia relativa all'ubicazione delle reti di raccolta e convogliamento delle acque bianche e nere, e dei relativi recettori su tutto il territorio comunale; indicare, su cartografia aggiornata chiaramente, dove si trovano gli impianti di trattamento delle acque reflue e quali sono le aree con destinazione urbanistica artigianale, industriale o servizi. Una mappa sotterrane dell'intero territorio urbano di ogni singolo Comune, per intenderci, per capire in primis (ed è l'aspetto più delicato dell'indagine) se le infrastrutture date per scontate vi siano realmente. Oppure no. Non solo. Nelle note a firma del Corpo Forestale, ai Comuni si chiede esaustiva relazione sui criteri seguiti per la scelta del tipo di impianto di trattamento (depuratore, fozza Imhoof o altro) per il relativo dimensionamento, a seconda dell'incremento negli anni delle utenze da servire. Sempre per conto della procura, si chiede ai Comuni un'analisi dettagliata e aggiornata delle condizioni demografiche e la verifica, sopratutto, dell'idoneità dell'impianto di trattamento delle acque reflue rispetto ai criteri adottati per la scelta e il dimensionamento del sistema di depurazione in uso. Informazioni ulteriori da fornire a stretto giro da parte dei Comuni, quelle circa gli scarichi presenti o meno su aree demaniali e di proprietà dell'ente: la procura vuole sapere che tipo di scarico e se siano autorizzati o meno. Le richieste inoltrate, a mezzo nota ufficiale protocollata in tutti i Comuni teramani, rappresentano il primo step dell'indagine anti-inquinamento dell'acqua promossa dalla Procura, su impulso del procuratore capo Antonio Guerriero. Una maxi indagine partita all'indomani dello studio fatto dal Corpo Forestale in cui si rilevava lo stato di irregolarità del 91% dei sistemi di depurazione della provincia di Teramo. I Comuni si stanno lentamente mettendo al lavoro. Idem la Ruzzo, per quello che le compete. La domanda resta aperta: in quanti risulteranno pienamente in regola? Sopratutto alla voce "scarichi" e "fosse imhoof"... scarichi abusivi