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  Passa per Tortoreto Lido l'operazione "Mozzicone" del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Urbino che, all'alba di ieri, ha fatto scattare 9 ordinanze di custodia, di cui 7 in carcere, e 2 ai domiciliari, e ha interessato le province di Pesaro e Urbino, passando per i Comuni di Savona, Tortoreto, Taranto e Fasano. L'operazione rappresenta l’epilogo di una complessa attività di indagine, iniziata a febbraio 2014, e che ha permesso di smantellare un considerevole traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana. Un traffico di droga architettato da un gruppo di soggetti di etnia balcanica i quali, pur non associandosi tra loro, di fatto gestivano il remunerativo mercato dello spaccio nelle zone di Urbania, Cagli, Fossombrone e Fermignano. Agevole per tutti riuscire ad approvvigionarsi di stupefacente da immettere poi nei mercati locali. Tutto inizia a febbraio di un anno, quando viene segnalato il passaggio di un involucro sospetto in un bar in Urbania, tra un giovane albanese e un ragazzo del posto. Da qui l'avvio di specifici pedinamenti e appostamenti fino alle ordinanze eseguite all'alba di ieri. L'operazione è passata per Tortoreto Lido dove, da qualche tempo, si era trasferito Bruno Xhahysa, 26 anni, albanese, fornitore di droga per altri tre indagati. Gli arrestati sono Martin Merolli, 23 anni, albanese, giocatore dell'Urbania-Calcio, punto di raccordo tra i vari soggetti protagonisti della vicenda e con un riferimento specifico, il cugino Erandi Cano, 26 anni, albanese, disoccupato, che secondo gli inquirenti gestiva una fiorente attività di spaccio in Cagli e si avvaleva di due distinti canali di approvvigionamento, l’asse Roma-Cagli e quello Cesenatico-Cagli; Xhahysa riforniva Ali Izieri, 25 anni, macedone, collaboratore di Merolli, custode della droga ma anche acquirente cocaina con lo stesso Xhahysa e Giuseppe Baratto, detto il Calvo, 36 anni di Taranto ma residente a Fermignano, pescatore. Izieri si proponeva come autista per i rifornimenti di droga tanto da essere poi già arrestato a Lanciano nel maggio scorso insieme a DOMI Xheva, 24 anni, albanese, proveniente da Savona e stabilitosi a Cagli. Trattava esclusivamente cocaina e si approvvigionava in Lombardia e in Abruzzo. Altro indagato, Murat Spaneshi, 24 anni, anche lui albanese, fornitore di rincalzo di DOMI. Nell'operazione finisce anche Giovanni Olimpo, detto Giovi, 27 anni, italiano di Fermignano, con specifici precedenti, e un ucraino 21enne, già nei guai per un accoltellamento a Fossombrone. Gli spacciatori, che come accertato, trattavano considerevoli quantitativi di droga, chilogrammi di Marijuana ed etti di cocaina, potevano contare su una clientela vasta ed eterogenea che andava dall’imprenditore, all’operaio, dallo studente universitario a ragazzi ancora minorenni di età compresa tra i 14 e i 17 anni. Ingegnosi i posti scelti per nascondere lo stupefacente, come ad esempio l’asciugamani elettrico dei locali, o cavità naturali ricavate all’interno di alberi ecc..