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L'attuale presidente della Provincia di Teramo, Renzo Di Sabatino, e l'ex segretario generale dell'ente, Gianna Becci. Sono stati loro i due testi d'eccezione sentiti in aula, a Teramo, nel corso del processo per Teramo Lavoro, l'ormai ex società in house della Provincia. Imputati, presenti in aula oggi, l’ex presidente della Provincia Valter Catarra, l’ex amministratore della "in house" Venanzio Cretarola e l’ex direttore del personale della società, Salvatore Lagatta, sindaco di Bussi. Renzo Di Sabatino ha risposto alle domande del pm Stefano Giovagnoni in qualità di firmatario del famoso esposto che il Pd, all'epoca all'opposizione consiliare in Provincia, presentò per contestare alcune presunte anomalie, specie nel sistema di reclutamento del personale di Teramo Lavoro. Di Sabatino, sempre rispondendo alle domande del pubblico ministero, ha approfondito l'attuale stato di salute della società che, come noto, è in liquidazione, e non ha risparmiato importanti passaggi sulle responsabilità da imputare alla Regione Abruzzo, soprattutto alla voce "rendicontazione" del fondo sociale europeo (lo stesso fondo con cui, per il tramite della Provincia, venivano pagati, alla in house, i servizi del Centro per l'Impiego e i dipendenti). L'iter di costituzione della "in house" è stato ricostruito dall'ex segretaria generale della Provincia di Teramo, Gianna Becci. I tre imputati devono rispondere tutti di abuso di ufficio; Catarra e Cretarola anche di truffa e falso, mente il solo Cretarola è accusato anche di peculato per aver percepito, secondo l’accusa illegittimamente, 11mila euro per prestazioni lavorative non documentate.

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