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"Volevano uccidere anche me ma sono scappata e mi sono salvata". Questo il senso della testimonianza resa dalla compagna di Roberto Tizi, a pochissime ore dall'agguato in cui è stato ucciso. La donna, 47 anni, del posto, assistita dall'avvocato Massimo Di Bonaventura, parla al plurale ricostruendo quei momenti. Sì, perchè secondo la donna, Arjan Ziu, il 45enne albanese arrestato ieri mattina in piazza Cavour a Martinsicuro dopo una notte di ricerche e perquisizioni, non sarebbe stato da solo quando ha premuto il grilletto e scaricato tre, quattro, cinque colpi contro Tizi. Uno dritto alla testa, uccidendo. La compagna, sentita dai carabinieri del Reparto Operativo e dal pm Bruno Auriemma  subito dopo l'agguato, dice erano in due: Arjan Ziu e il fratello. E che volevano uccidere anche lei, ma si è salvata scivolando via dal sedile di guida della Clio grigia riuscendo così a scappare. La sua versione è oggetto di verifiche e riscontri, adesso. Gli investigatori hanno acquisito i filmati di alcune telecamere puntate sull'incrocio tra via Isonzo e via Vasco de Gama, dove si è consumato il delitto. Immagini che potrebbe aver cristallizzato la fuga di lei e la presenza di Arjan da solo o con qualcun altro, oltre alla vittima chiaramente. Le indagini proseguono. Si sta cercando la pistola usata da Ziu per vendicarsi dell'onta subita, due ore prima, vicino al bar Skipper, durante un furioso litigio con Roberto Tizi. I due condividevano trascorsi dediti a reati, piccoli furti. La litigata di domenica sera ha avuto l'epilogo peggiore. Agli atti dell'indagine della procura di Teramo c'è la confessione di Ziu, tradotto ieri pomeriggio nel carcere di Castrogno. Altre importanti conferme sulla dinamica dell'omicidio arriveranno dall'esame autoptico che verrà eseguito nel primo pomeriggio di domani, dall'anatomopatologo Giuseppe Sciarra, presso l'obitorio dell'ospedale Mazzini di Teramo. e27640557298d472aaf473338178e031