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A processo per l'operazione anti-prostituzione "Sex in House", a firma di procura e Squadra Mobile di Teramo che, ad ottobre scorso, portò al sequestro dal valore record da 3 milioni di euro di 29 appartamenti tra Martinsicuro, Villa Rosa e Alba Adriatica. Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Teramo, Domenico Canosa, ha disposto il rinvio a giudizio per 16 dei 18 imputati, accoglienza la richiesta del pm titolare dell'inchiesta, il dottor Stefano Giovagnoni. La prima udienza ci sarà il 6 maggio 2016. Solo due, tra gli imputati, un uomo e una donna, hanno deciso di patteggiare: 1 anno e 6 mesi di reclusione. La maxi operazione scattò all'alba del 29 ottobre 2014 fece scattare i sigilli a una trentina di appartamenti in cui 131 donne domenicane, ucraine, spagnole, ma anche italiane e cinesi, esercitavano la prostituzione. 23, in tutto, le persone indagate. Per 18 di loro, la procura ha chiesto il processo. Devono rispondere tutti di favoreggiamento della prostituzione. "Sex in house" permise di smantellare un collaudato sistema fatto da intermediari, proprietari di appartamenti, non solo del posto, figure che mettevano on line le foto delle giovani prostitute e coordinavano gli appuntamenti. Un fenomeno di allarme sociale che flagella soprattutto Villa Rosa e che, come noto, per anni è stato ripetutamente oggetto di denuncia da parte di cittadini, comitati di quartiere, e sindaci. Tra i principali protagonisti del sistema per favorire la prostituzione in appartamenti lungo la costa, i proprietari degli appartamenti sequestrati e chi li affittava per trasformali in case del sesso. I ricorsi per Cassazione presentati dai legali dei proprietari sono stati tutti rigettato: gli appartamenti restano sotto sequestro tribunale-teramo-3