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E' stata la dottoressa Greta Aloisi, sostituto procuratore della Repubblica a Teramo, a firmare la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del professor Enzo Caporale con l'ipotesi di reato prevista dall'articolo 314, ovvero il peculato. A motivare la richiesta del magistrato sarebbero stati gli esiti di un'inchiesta che ha visto la Guardia di Finanza passare al setaccio tutta l'attività del professor Enzo Caporale, all'epoca direttore dell'Istituto Zooprofilattico, in merito ai rimborsi richiesti per i pranzi e le cene pagate, in Italia e all'estero, con la carta di credito aziendale ma in occasioni nelle quali Caporale operava anche in rappresentanza dell'Oie, l'organizzazione mondiale del benessere animale. L'ipotesi del magistrato è che il professor Caporale, pur avendo utilizzato la carta di credito aziendale, abbia poi ottenuto dalla stessa Oie i rimborsi per quei pranzi e quelle cene, senza però girare la somma all'Izs, che di fatto li aveva pagati. In tutto, negli anni oggetto dell'indagine, che sarebbero quelli che vanno dal 2008 al 2010, sarebbero state circa una ventina le occasioni (pranzi o cene) finite nell'inchiesta, per una somma di rimborsi totali che supererebbe i diecimila euro. Per accertare l'avvenuto rimborso da parte dell'Oie, la Finanza avrebbe anche avanzato una sorta di rogatoria internazionale, direttamente alla sede principale dell'organizzazione, a Parigi. Ovviamente, adesso il professor Caporale avrà tutta la possibilità di fornire prove a discolpa e produrre al giudice, nel corso dell'udienza preliminare, tutta la documentazione che possa provarne l'innocenza. Starà poi al giudice stabilire se Caporale dovrà comparire in aula per subire il processo. ad'a