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Un software, programmato da un team di ragazzi con autismo 'ad alto funzionamento', per aiutare altre persone con la stessa problematica ad associare stati d'animo e sentimenti a diverse espressioni del viso: il programma riproduce in sequenza, su un volto Avatar in 3D, una varietà di pose del viso che servono al soggetto autistico per imparare a 'decifrare' le varie espressioni dei lineamenti. L'esperienza è stata fatta all'Aquila: è tra le prime in Europa ad essere progettata all' 'interno' del disturbo autistico perché fatta da chi ne soffre, percorre la via della sperimentazione e verrà presentata all'Aquila venerdì prossimo, 19 giugno, durante un convegno con presenze di rilievo, come Maria Luisa Scattoni, dell'Istituto Superiore di Sanità e Stefano Vicari dell'ospedale Bambino Gesù di Roma, uno dei big internazionali delle problematiche dell'autismo. Il software, il cui utilizzo si inserisce in un progetto-pilota, è stato ideato e messo a punto da 4 giovani con autismo, due di Teramo e due di L'Aquila, tra i 20-25 anni, assistiti dal team universitario di neuroscienze della prof.ssa Monica Mazza, e seguiti nel loro percorso di recupero dal centro regionale di riferimento per l'autismo diretto dal prof. Marco Valenti. Quest'ultimo è anche l'organizzatore del convegno di venerdì prossimo, dal titolo 'Alla ricerca delle evidenze nei disturbi dello spettro autistico', che si terrà nel Polo universitario di Coppito, aula magna edificio 'Alan Turing' (blocco zero), dalle ore 9 alle 17.30