L'economia abruzzese rallenta considerevolmente. Il Pil, nel 2018, è cresciuto dello 0,5%, un terzo rispetto al 2017. Il livello degli occupati, però, è tornato ai livelli pre-crisi, anche se con profonde modifiche delle dinamiche. Resta il "buco nero" dei giovani, che faticano a trovare un'occupazione. Emerge, invece, un quadro mediamente positivo per il territorio aquilano, in controtendenza rispetto alle analisi dei sindacati e di alcune categorie, come ad esempio l'Ance, l'associazione dei costruttori.
E' questa la fotografia scattata da Bankitalia nel consueto rapporto sull'economia regionale, riferito al 2018. E' stato presentato alla stampa dalla nuova direttrice della filiale aquilana, Dealma Fronzi, arrivata all'Aquila il 14 giugno dopo tre anni a Campobasso. Con lei i due ricercatori dell'istituto, Valter Di Giacinto e Alessandro Tosoni. I dati sono stati ulteriormente approfonditi nel corso di un convegno nella sede del Gssi a cui ha partecipato anche Fabrizio Balassone, vice capo del servizio Struttura economica di Bankitalia.
"Nel 2018 l'economia ha cresce con un ritmo inferiore all'anno precedente - ha esordito la Fronzi -. Il Pil è aumentato dello 0,5%, un terzo rispetto a quanto registrato nel 2017. L'attività produttiva si è indebolita, sia per l'industria, settore in cui i risultati migliori arrivano da chi ha maggiore propensione all'export e sia nel terziario, nel commmercio e nei trasporti. Registriamo, invece, un lieve aumento delle presenze turistiche". La Fronzi ha detto che l'export regionale è aumentato del 3,9% grazie all'aumento delle vendite di mezzi di trasporti e grazie made in italy, mentre la meccanica è in lieve diminuzione.
In chiaroscuro i dati sull'occupazione: sono aumentati dello 0,6% i lavoratori dipendenti, così come i giovani che hanno trovato lavoro, ma nel secondo semestre del 2018 questa tendenza è andata a scemare.
"Le famiglie - ha aggiunto la direttrice - hanno beneficiato di un lieve aumento dei reddito e, di conseguenza, sono cresciuti i consumi. Il credito alle imprese ha ristagnato su livelli pari a quelli dell'anno precedente. Le condizioni dell'offerta restano discrete, ma nella seconda parte dell'anno c'è stato un loro irrigidimento e la domanda si è lievemente indebolita. Sul fronte del credito alle famiglie la domanda di mutui è cresciuta, sia per l'acquisto di immobili che per i consumi. La qualità del credito è migliorata e il flusso dei prestiti deteriorati è diminuito".
Di Giacinto ha sintetizzato il focus specifico sull'Aquila, inteso come capoluogo e fascia limitrofa dei comuni.
"Sono stati spesi quasi 8 miliardi di risorse pubbliche - ha detto-, con contributi concessi prossimi a 10 miliardi. Mentre il numero degli addetti occupati nelle imprese nel resto della regione è diminutito tra 2008 e 2016, nell'Aquilano l'occupazione è aumentata di oltre il 6%, soprattutto nelle costruzioni con un +30%. In questo settore, invece, si registra un calo nel resto d'Abruzzo del 30%. C'è uno scarto, dunque, di ben 60 punti percentuali. Di questo hanno beneficiato anche i servizi di alloggio e sommistrazione pasti, nonché quelli commerciali. Attenzione, però: il tasso di occupazione dei residenti nell'area aquilana ha seguito lo stesso trend regionale. In ogni caso non è ravvisabile una criticità". Per Di Giacinto nell'Aquilano si concentra il 30% di startup abruzzesi e l'Università ospita il 40% degli spin-off dell'intero abruzzo.