La Regione non può attendere oltre: la fusione delle Camere di Commercio di L'Aquila e Teramo va portata a compimento. In caso contrario il procedimento si dovrà interrompere, ma attraverso la delibera della Camera teramana che attesti la revoca della precedente determinazione di unificazione su base volontaria. Lo ha detto a chiare lettere l'assessore regionale al ramo, Mauro Febbo, nel faccia a faccia che si è tenuto nei giorni scorsi con il presidente della Camera teramana, Gloriano Lanciotti. Febbo è stato perentorio: si potrà attendere al massimo entro il prossimo 22 di ottobre. Trascorso invano quel termine, si legge in un articolo su Il Messaggero, l'ente darà seguito al provvedimento anche per evitare che si possa configurare una ipotesi di danno erariale.
La vicenda, dunque, è al suo momento di svolta. Lanciotti era stato convocato da Febbo proprio per capire quali fossero le intenzioni definitive della Camera teramana che prima ha deliberato per la fusione su base volontaria e poi ha fatto marcia indietro, facendo leva sul ricorso presentato alla Corte Costituzionale da alcune Camere che hanno chiesto il giudizio sull'intera riforma Renzi, quella che ha tagliato questi organismi da 105 a 60.