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banca popolare bari logoNasce un fronte unico che mette insieme le sigle sindacali e le amministrazioni comunali di Pescara e di Teramo allo scopo di tutelare la rete abruzzese delle filiali della Banca Popolare di Bari, che sono attualmente 94 con oltre 850 dipendenti, nell’ambito della vertenza complessiva che coinvolge i destini dell’istituto di credito pugliese. E’ quanto emerso dall’incontro tenutosi questa mattina in videoconferenza e al quale hanno partecipato i rappresentanti delle organizzazioni di categoria, il primo cittadino di Pescara, Carlo Masci, e il collega sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, presidente di Anci Abruzzo. L’obiettivo - dopo la recente presentazione del piano industriale “lacrime e sangue” - è portare a un tavolo di confronto i commissari che Bankitalia ha nominato allo scopo di traghettare Bpb fuori da una crisi profonda; <ma non sulla pelle dei lavoratori abruzzesi - ha dichiarato Masci - né a discapito del nostro territorio che soprattutto nelle aree interne ha un bisogno fondamentale della presenza di una rete di filiali che garantiscano un sistema di credito e di servizi a supporto delle piccole imprese e dei cittadini>. Da quanto è emerso rispetto ai contenuti del piano, l’Abruzzo rischia un taglio del 40% per cento della forza lavoro, inserita tra gli “esuberi”, e proporzionalmente del numero delle filiali. Sono stati proprio i sindacati a comunicare gli esiti del secondo incontro con l’azienda:

Una prospettiva gravissima per le possibilità di ripartenza economica del territorio, soprattutto adesso che l’emergenza sanitaria rende

necessarie flessibilità finanziaria e un forte sistema di garanzie. <Siamo determinati insieme ai sindacati – ha continuato il sindaco di Pescara – a chiedere con forza che venga azzerato il piano dei commissari. Le sofferenze della Bpb che hanno determinato questa grave crisi non sono a nostro avviso ascrivibili all’andamento dell’attività aziendali in Abruzzo o all’acquisizione del controllo di Tercas e Caripe>. Il sindaco di Teramo D’Alberto ha invocato l’intervento degli enti locali, dei parlamentari abruzzesi e del Governo; Masci e D’Alberto hanno annunciato che nei prossimi giorni sarà chiesto ufficialmente un incontro ai commissari.