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Il tavolo sulla Betafence di oggi, 1 giugno, si è dovuto svolgere in streaming per via della concomitanza (ben nota da giorni e giorni, però, agli addetti della Regione) con la seduta del Consiglio regionale. Eppure l'annuncio che si sarebbe svolto on line l'incontro è arrivato dalla Regione ai sindacati con sole 36 ore di anticipo. E così il tavolo si è svolto a distanza e per soli 50 minuti visto l'impegno all'Emiciclo dell'assessore alle Politiche del Lavoro, Pietro Quaresimale. Ma i sindacati chiedono che si svolga un tavolo in presenza e hanno chiesto la partecipazione anche dell'assessore regionale D'Amario, delegato allo Sviluppo Economico.

Un tavolo, quello di oggi, al quale per l'ennesima volta manca chi ha il potere di decidere e disporre, ossia la Presidiad, la multinazionale che controlla la Betafence Italia con la sua sede a Tortoreto. "Noi pretendiamo che la Presidiad venga chiamata in causa dall'assessore Quaresimale" ribadisce Marco Boccanera, segretario provinciale della Fim Cisl, certo che "finchè si faranno tavoli con chi ha il potere decisionale non andremo da nessuna parte". Gli fa eco la segretaria provinciale della Fiom Cgil, Natascia Innamorati: "Abbiamo chiesto che nulla cambi fino al tavolo in presenza anche con D'Amario e dobbiamo correre, non possiamo permetterci di perdere altro tempo: la convocazione deve arrivare entro il 15 massimo 20 di giugno". 

La richiesta dei sindacati, sul fronte dei lavoratori, è cristallina: "Non andare sotto le 100 unità". Oggi parliamo di una Betafence che ha tutto il personale con un contratto di solidarietà e solo 7/8 sono i lavoratori in produzione visto che i macchinari operativi sono soltanto 3 su 22. "A questo - ricordano i sindacati - si somma un piano di investimenti che ci attendiamo di rivedere completamente diverso da quello sul quale abbiamo manifestato le nostre perplessità: come si fa a parlare di investimenti se l'azienda non immette risorse ma cambia il modo di gestire, mettendo in vendita macchinari e il capannone della logistica e riducendo i costi del personale?" E proprio la decisione di vendere il capannone della logistica di Tortoreto confinante con un'azienda che tratta lo stesso identico settore produttivo della Betafence, fa sorgere il sospetto (o forse molto di più di un sospetto...) che "si vogliano scientemente perdere pezzi avvantaggiando competitors che stanno aggredendo il medesimo mercato spacciato per scarsamente competitivo dalla stessa Betafence" dichiarano Innamorati e Boccanera. 

"Quaresimale può e deve contattare i vertici della Presidiad, la partita si gioca lì..." concludono.

Se e quando verrà convocato un nuovo tavolo in presenza non è dato saperlo. Sperando che non coincida, ancora, con una seduta affatto improvvisa di un Consiglio regionale.

betafence tortoreto 1