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soldi 1024x272In Abruzzo, secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia, il prodotto sarebbe cresciuto nel 2023 dello 0,9 per cento, un risultato in linea con la dinamica nazionale e lievemente migliore del Mezzogiorno. L’attività produttiva ha mostrato un rallentamento a partire dal secondo trimestre dell’anno, risentendo della debolezza della domanda interna, dcondizioni di finanziamento più restrittive e della riduzione dei redditi reali delle famiglie dovuta all’inflazione.

Le imprese. – Nel 2023 è proseguita la fase di debolezza ciclica dell’industria in senso stretto. Nell’Indagine sulle imprese industriali e dei servizi (Invind) condotta dalla Banca d’Italia presso un campione di imprese della regione sarebbe emerso un quadro di sostanziale stagnazione dei livelli di attività del comparto manifatturiero, con prospettive di ripresa per l’anno in corso, pur nel quadro di elevata incertezza provocata dalle tensioni geopolitiche internazionali.

Le esportazioni sono tornate a crescere in modo significativo (13,6%) grazie alla marcata ripresa delle vendite di mezzi di trasporto (21,5%), penalizzate nel biennio precedente dalle tensioni lungo le catene di fornitura degli input produttivi; è inoltre proseguita la fase di forte espansione dell’export di prodotti farmaceutici (49,4%). Più della metà delle esportazioni dell’Abruzzo fa capo alle multinazionali presenti in regione che si caratterizzano anche per una più elevata produttività rispetto alle altre imprese e per una diffusa partecipazione ai processi di innovazione.

La maggior parte delle imprese abruzzesi intervistate nell’indagine Invind ha rispettato i programmi di investimento formulati per il 2023, che prefiguravano una sostanziale stabilità della spesa rispetto all’anno precedente; per il 2024 le previsioni delle imprese indicherebbero un indebolimento del processo di accumulazione del capitale fisico.

Nelle costruzioni è proseguito l’effetto espansivo degli incentivi per la riqualificazione del patrimonio edilizio, anche se in attenuazione rispetto al biennio precedente. Secondo le indicazioni dell’indagine della Banca d’Italia presso un campione di imprese regionali del settore, i livelli di attività avrebbero beneficiato anche della realizzazione degli interventi legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Sono al contempo proseguite le opere di ricostruzione nei territori della regione colpiti dagli eventi sismici.

In un contesto caratterizzato dal forte rialzo dei costi di finanziamento, si è registrata una marcata contrazione delle compravendite di immobili residenziali      (-8,5%) dopo l’espansione rilevata nel biennio precedente.

Nel terziario i livelli di attività sono lievemente aumentati (1,4% a prezzi costanti)La crescita dei consumi delle famiglie ha tuttavia rallentato (1,8% rispetto al 5,2 dell’anno precedente), continuando a risentire della riduzione del potere di acquisto per effetto dell’inflazione, sebbene in misura inferiore rispetto al 2022.

Nel comparto dei beni durevoli sono tornate ad aumentare le vendite di nuove auto (13,2%). Alla crescita delle presenze turistiche in regione (6,5%), significativamente più contenuta rispetto all’anno precedente, ha contribuito soprattutto la componente nazionale.

Dall’indagine Invind è risultato un diffuso utilizzo da parte delle imprese degli incentivi agli investimenti a sostegno della transizione energetica e tecnologica. Ulteriori agevolazioni sono previste dal PNRR per gli investimenti delle piccole imprese ai fini del rilancio economico e sociale delle aree terremotate.

Nel 2023 i risultati economici sono rimasti positivi per larga parte delle aziende abruzzesi contattate, nonostante il rallentamento congiunturale e l’aumento dell’onerosità del debito bancario, più marcato per le imprese manifatturiere e per quelle medie e grandi, caratterizzate da un maggiore ricorso ai finanziamenti a tasso variabile. La liquidità permane sui livelli storicamente elevati raggiunti dopo la pandemia.

I prestiti alle imprese della regione sono diminuiti (-3,3%), in particolare quelli alle aziende più piccole, per effetto sia di politiche di offerta più caute da parte degli intermediari, sia della debolezza della domanda di finanziamenti che ha riflesso l’incremento del costo del credito e il calo delle richieste per investimenti e ristrutturazioni del debito. Sulla riduzione dei prestiti hanno inciso soprattutto i rimborsi da parte di imprese già indebitate, avvenuti anche anticipatamente rispetto alla scadenza, mentre la concessione di nuovi finanziamenti è stata nel complesso in linea con gli andamenti passati.

Il mercato del lavoro e le famiglie. – Nel 2023 l’occupazione in Abruzzo è aumentata (+4,0% il numero degli occupati), recuperando ampiamente i livelli precedenti la pandemia, con andamenti positivi in tutti i principali comparti di attività. La partecipazione al mercato del lavoro è cresciuta, in particolare quella femminile (di 2,4 punti percentuali)Nostre analisi dimostrano come una progressiva riduzione del divario di genere potrebbe nei prossimi anni contribuire a sostenere i livelli occupazionali, nonostante la marcata riduzione della popolazione in età lavorativa dovuta al calo demografico.

In Abruzzo la domanda di personale con competenze digitali avanzate è aumentata negli ultimi anni (dal 61,2% nel 2017 al 66,9% nel 2023), pur rimanendo su valori inferiori alla media nazionale (72,7%); è inoltre più diffusa presso le imprese della regione la difficoltà nel reperire sul mercato del lavoro le risorse qualificate richieste (riscontrata per oltre la metà delle richieste di personale con competenze elevate).

I redditi delle famiglie hanno continuato a ridursi in termini reali (-0,2%) nonostante il calo dell’inflazione; la lieve crescita dei consumi è statasostenuta anche dalle risorse accumulate durante la pandemia. Gli indicatori di povertà e di disuguaglianza dei consumi sono migliori in Abruzzo rispetto alla media del Paese, come risulta anche da un più contenuto ricorso delle famiglie alle forme di sostegno pubblico al reddito.

I prestiti alle famiglie hanno continuato a crescere nella componente del credito al consumo, mentre le erogazioni di mutui sono tornate sui valori minimi raggiunti durante le fasi più acute della pandemia, risentendo della debolezza della domanda, in un contesto di tassi di interesse in crescita e di compravendite immobiliari in contrazione.

Il mercato del credito. – Nel 2023 i prestiti al settore privato non finanziario sono diminuiti (-1,8%). Pur in un contesto di marcato rialzo del costo del credito, la qualità degli affidamenti è solo lievemente peggiorata sia per le imprese sia per le famiglie. Dopo la fase fortemente espansiva del triennio precedente, i depositi bancari delle famiglie si sono ridotti (-2,7%). La ricerca di più alti rendimenti sugli investimenti finanziari ha incentivato una parziale ricomposizione verso le obbligazioni e soprattutto i titoli di Stato, la cui incidenza sul valore del risparmio finanziario delle famiglie è raddoppiata rispetto all’anno precedente.

La finanza pubblica decentrata. – La spesa corrente primaria delle Amministrazioni locali è aumentata nel 2023, trainata dalla dinamica dei pagamenti per l’acquisto di beni e servizi e delle spese per il personale. La spesa in conto capitale è tornata a crescere, sospinta dagli investimenti fissi che hanno beneficiato delle risorse del PNRR. Nel mese di dicembre risultavano bandite gare per un ammontare pari ai due terzi delle risorse destinate dal PNRR agli enti locali abruzzesi per le quali è richiesta una procedura di affidamento. Le maggiori entrate, anche da trasferimenti, hanno contribuito al miglioramento degli equilibri di bilancio delle Amministrazioni locali e alla prosecuzione della fase di contrazione del debito.