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BancamezzogiornoSe anche la Tercas, da oggi, non c’è più, neanche nella memoria delle insegne sulla sede centrale e in tutte le filiali, di fatto la Tercas c’è ancora eccome. È vero, dopo la crisi della Banca Popolare di Bari, e la non facile operazione di salvataggio del gruppo, quella che un tempo era la Tercas, è entrata nell’universo della BdM BANCA (che sta per Banca del Mezzogiorno, del Mediocredito Centrale), eppure in questi ultimi mesi, da quando nell’ufficio che fu dell’avvocato Lino Nisii, siede Valeria Franceschini, l’istituto di credito ha riconquistato quell’autorevolezza sul territorio, e quella presenza “empatica” con il mondo dell’economia real abruzzese, che erano state le cifre stilistiche della storica Cassa di Risparmio. Interpretando al meglio, quelli che sono i pilastri fondamentali della BdM, ovvero finanziare progetti di investimento nel Mezzogiorno, erogare credito alle piccole e medie imprese, favorire la nascita di nuove imprese e l'imprenditorialità giovanile e femminile, nonché promuovere l'aumento dimensionale e l'internazionalizzazione delle imprese, anche finanziando attività di ricerca e innovazione nelle regioni del Sud Italia, il management abruzzese della BdM ha saputo portare nel gruppo il valore aggiunto della storia della Tercas, e portare al territorio la forza di un gruppo di grande importanza. Le nuove insegne non sono la “fine” di una storia, ma il nuovo  capitolo di una storia che non è mai finita.