"AMAdori non AMA i suoi lavoratori"
Emblematico lo striscione affisso sotto l'azienda che dalle ore 6 di questa mattina subisce lo sciopero dei suoi addetti, riuniti in presidio con i sindacati per manifestare a causa dei contratti inadeguati.
La trattativa per il contratto integrativo aziendale, ai fini di un accordo importante per le stabilizzazioni, si è bloccata quando la discussione si è spostata sul quadro economico: "Quando si parla di soldi Amadori cambia argomento" commentano i sindacati.
La ragione sarebbe l'aumento dei costi di produzione, ma "un'azienda che fa utili come Amadori dovrebbe ricordarsi che il merito è anche dei suoi dipendenti."
Il presidio è la triste epifania di un argomento di cui da giorni già aveva sollevato l'interesse del consigliere regionale Sandro Mariani, sopraggiunto al piazzale per esprimere solidarietà alle centinaia di lavoratori e lavoratrici che oggi hanno rinunciato a un giorno di salario per difendere i loro diritti.
"A fronte di 9 milioni di contributi ricevuti dalla Regione, non è accettabile che solo 840 siano i contratti stabilizzati. Lavorare da Amadori è diventata una necessità, perció mi auguro che molti dei miei colleghi, al di là delle parti, si prendano la responsabilità che spetta alla politica di agevolare le trattative, facendo il bene del popolo." Ed il primo a raggiungerlo è stato, di fatti, Dino Pepe.
Uscire dall'empasse non solo è possibile, ma doveroso: lo sciopero è solo la prima delle armi con cui combattere questa nuova battaglia.
EUGENIA DI GIANDOMENICO