In Abruzzo si gioca troppo, e si gioca più della media italiana. Secondo i dati 2024 di Federconsumatori, l’importo medio pro capite delle giocate nei luoghi fisici raggiunge i 2.039 euro, ben al di sopra dei 1.563 euro della media nazionale. Anche l’indice dei conti attivi online, pari a 0,38, supera quello del resto del Paese (0,34), confermando una presenza significativa dei giocatori digitali.
L’impatto sociale è pesante: nella nostra regione i ludopatici sono stimati in circa 40mila persone, su una popolazione che sfiora 1,3 milioni di abitanti. Un fenomeno che genera un costo sociale di circa 50 milioni di euro, tra servizi sanitari, assistenza e ricadute economiche sulle famiglie. La ricerca di Federconsumatori “L’azzardo online nei piccoli comuni italiani” segnala inoltre i territori più colpiti. In Abruzzo l’area più critica risulta Pescina (Aq), seguita da Villamagna (Ch), Morro d’Oro (Te), Trasacco (Aq), Magliano de’ Marsi (Aq) e Isola del Gran Sasso (Te), piccoli centri dove l’incidenza dei giocatori risulta particolarmente elevata rispetto alla popolazione residente.
Secondo l’analisi dell’Ufficio comunicazione Unsic, gli italiani nel 2025 hanno “investito” complessivamente 170 miliardi di euro nel gioco in tutte le sue forme, pari al 7,2% del PIL nazionale. Una cifra impressionante che supera perfino la spesa pubblica per sanità e istruzione. Si tratta di una media di 2.800 euro a persona, considerando scommesse, lotterie, Lotto, Gratta e Vinci (una cinquantina di tipologie), Bingo, giochi numerici a totalizzatore come Superenalotto e Win for Life, e apparecchi da intrattenimento.
A trainare il settore è soprattutto il gioco online, che vale da solo circa 100 miliardi di euro, dominati da scommesse sportive e generiche (compreso il betting exchange), giochi di carte e casinò digitali. Le sale fisiche generano invece circa 70 miliardi, dei quali il 75% ritorna nelle tasche degli utenti. Nei bar e tabaccai resiste il predominio del Gratta e Vinci, seguito dalle scommesse sportive e dal Lotto. Lo Stato incassa mediamente 11,5 miliardi di euro. L’Italia si conferma così uno dei mercati del gioco d’azzardo più rilevanti d’Europa.
Il quadro territoriale evidenziato da Unsic mostra un’Italia spaccata: Campania, Sicilia e Calabria sono le regioni in cui si spende di più in proporzione ai redditi. Diverse località turistiche del Nord — laghi di Garda e Como, costa ligure — stanno diventando vere e proprie “oasi” del gioco, complici flussi turistici e disponibilità economiche. In volume assoluto primeggia la Lombardia con 27 miliardi di euro, seguita da Campania (22), Lazio (17), Sicilia (16), Puglia (12) ed Emilia Romagna (11). Ma nella spesa pro capite svettano campani, abruzzesi, molisani, calabresi e siciliani, tutti con una media superiore ai 3.000 euro annui.
A completare il quadro interviene il dottor Massimo Persia, medico esperto in dipendenze e autore del libro “Skin player”, presentato insieme ai dati Unsic: “Non è facile distinguere la sottile linea tra il gioco come puro intrattenimento e la patologia. In Italia si stimano circa 1,5 milioni di giocatori patologici, con un rilevante aumento tra i giovani. Ciò conferma l’importanza di ascoltare gli adolescenti anziché giudicarli. E di promuovere giochi formativi, educativi e riabilitativi rispetto a quelli predominanti, violenti o a sfondo sessuale”.
Un monito che si inserisce in un contesto preoccupante, soprattutto per regioni come l’Abruzzo, dove indicatori e numeri mostrano una deriva significativa: maggiore spesa, alta penetrazione del gioco online, forte presenza di giocatori problematici anche nei piccoli centri.

