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balloneagostino MARCOZZII L’API - Associazione delle Piccole e Medie Industrie della Provincia di Teramo stigmatizza con forza gli interventi dei rappresentanti delle Organizzazioni Industriali che continuano ad attaccare la politica; è ora di finirla con interventi di quei personaggi che guardano la politica come il male peggiore quando poi all’interno delle associazioni non si hanno comportamenti molto diversi e ci riferiamo alle nomine che gli imprenditori hanno prodotto alla Camera di Commercio: nominati i soliti noti , nomine parentali, nominati i soliti direttori non imprenditori, tre su sette. L’API da tempo aveva denunciato un modello desueto, fatto solo di relazioni di conoscenze, senza ricambio con nominati in Consiglio e  giunta camerale di Commercio di Teramo  senza il rispetto delle leggi in materia. Ma solo silenzio, silenzio assordante.  E' quanto scrive il Presidente dell' Api Teramo, Alfonso Marcozzi.  Le rappresentanze, purtroppo, vengono scelte non per volontà del sistema imprenditoriale; chiedo: quanti imprenditori sono a conoscenza del meccanismo delle nomine alla Camera di Commercio di Teramo? Vogliamo ricordare che le Camera di Commercio si sostengono solo per il contributo delle imprese. Nel merito della Camera di Commercio non abbiamo abbassato la guardia: abbiamo prodotto, da diverso tempo, richiesta di parere al MISE – Ministero per le Sviluppo Economico – e siamo in attesa di risposta affinché si percepisca la giustezza dell’applicazione del Decreto Legge 90 del 24.06.2014 “divieto di incarichi dirigenziali a soggetti in quiescenza” ; siamo vigili, attenti. Nella lentezza della burocrazia, che va criticata, restiamo in attesa di una risposta . Comunque nel merito non è che ci siano tanti dubbi . Nel caso specifico è chiara la non corretta applicazione dell’articolo 5 comma 9 del vigente D.L. n. 95/2012 (così come modificato dal D.L. n. 90/2014) che chiaramente prescrive “È fatto divieto alle pubbliche amministrazioni”, fra le quali vengono esplicitamente annoverate le Camere di commercio, “di conferire incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo, ad eccezione dei componenti delle giunte degli enti territoriali, a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza. Incarichi e collaborazioni sono consentiti, esclusivamente a titolo gratuito e per una durata non superiore a un anno, non prorogabile né rinnovabile, presso ciascuna amministrazione”. Vogliamo un sistema imprenditoriale diverso, fuori dal meccanismo forviante del “capitalismo delle relazioni”,  fuori dal meccanismo  fuorviante delle “relazioni delle conoscenze” dove le conoscenze purtroppo  prendono il sopravvento sulla conoscenza, la capacita del fare non deve essere legata a chi conosci ma a ciò che conosci, chiude Marcozzi.   LA LETTERA CONTESTATA DALL'API   Egregio Sig. Dott. Luciano D’Alfonso Presidente Regione Abruzzo   SEDE     L’Aquila, 6 maggio 2015   LETTERA APERTA   Caro Presidente,   come sai questa Organizzazione da tempo richiede, in linea con il Tuo stesso programma di Governo, una urgente e profonda riorganizzazione sia degli Enti strumentali che dell’intero apparato amministrativo regionale, volta innanzitutto a razionalizzarne funzioni e costi.   In quest’ottica, importanti Enti quali la FIRA, Abruzzo Sviluppo e l’ARAP dovranno essere ridisegnati per essere realmente utili e funzionali alle politiche di sviluppo regionale, in generale, e alle esigenze del mondo produttivo più in particolare. In tal senso, confermo anche la mia convinzione sul fatto che le nomine dei vertici degli Enti strumentali, proprio per gli obiettivi funzionali sopra richiamati, non possano e non debbano essere più espressione di vecchie logiche partitiche e clientelari ma, al contrario, debbano fare riferimento a competenze e capacità tecniche e manageriali accertate, oltre che ad una reale conoscenza dei problemi e delle esigenze del mondo che produce e che lavora. In tal senso, nel sostenere tale impostazione, credo anche che gli organi di amministrazione di tali Enti debbano prevedere la partecipazione di rappresentanti del mondo industriale, in grado di garantire il giusto collegamento con il mondo del lavoro da una parte, e il corretto funzionamento manageriale e tecnico dall’altra.   Allo stesso modo l’apparato amministrativo regionale necessità di una profonda riorganizzazione al fine di renderlo meno costoso e più produttivo ed efficiente, prioritariamente in ragione delle esigenze di una società moderna e orientata al mercato. Come si evince da una stessa recente delibera di Giunta della Regione Abruzzo, numero di sedi, di Enti facenti capo alla Regione, di dipendenti, di collaborazioni e consulenze risultano infatti assolutamente sproporzionati, inutili e superflui rispetto alle necessità di una Regione come l’Abruzzo, con costi strutturali e aggiuntivi e diseconomie funzionali non più ammissibili (senza scordare la questione sempre aperta delle problematiche dovute dal doppio capoluogo di Regione). Una profonda riforma volta alla razionalizzazione delle risorse umane, delle consulenze, delle sedi periferiche  e dei vari Enti facenti capo alla Regione, porterebbe non solo a un contenimento dei costi molto significativo ma anche ad una maggiore efficienza della struttura della Regione Abruzzo che spesso, peraltro, si contraddistingue per dei forti sbilanciamenti, in termini di personale e risorse, di alcuni comparti rispetto ad altri (ad esempio, basta fare riferimento al personale inserito nell’ambito dell’Assessorato all’agricoltura rispetto a quello delle Attività produttive). Inoltre, le risorse recuperate potrebbero essere utilizzate proprio a vantaggio dei dipendenti regionali attraverso la strutturazione di importanti percorsi formativi. Tale riforma, che deve procedere di pari passo con l’auspicato processo volto a semplificare, snellire ed efficientare la vita amministrativa regionale a favore di imprese e cittadini, non può poi prescindere anche da una importante rivisitazione dello stesso apparato Dirigenziale regionale, peraltro anch’esso sovradimensionato, che va sicuramente valorizzato ma anche responsabilizzato, in una logica fortemente meritocratica,  sull’andamento delle funzioni amministrative regionali.   Quelle sopra accennate sono sicuramente riforme assolutamente prioritarie che dovrebbero procedere, tra l’altro, nel rispetto dei principi della libera concorrenza, evitando che le attività della P.A. possano andare a confliggere, invece di sostenerle, con quelle degli operatori privati.   Certo della Tua attenzione, mi rendo pertanto disponibile, unitamente alla mia struttura, per eventuali appositi incontri in cui poter approfondire la questione e per qualsiasi ulteriore richiesta.   Cordiali saluti.   Cav. Agostino Ballone