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editorialeHo cercato più volte il Sindaco, ieri. Non mi ha mai risposto. Volevo una sua dichiarazione, ma non mi ha risposto. Volevo la voce del primo cittadino, ma non mi ha risposto. Volevo un commento ufficiale, ma non mi ha risposto. Ha preferito farlo ad un quotidiano (perché notoriamente, oggi, sono i quotidiani gli organi di informazione più letti, vero?). Poi ho capito perché. Perché doveva cercare una distanza, un riequilibrio di quell’eccesso di accoglienza visto sabato in sala consiliare.
Dice il sindaco, al quotidiano:
«Chiediamo e pretendiamo rispetto per la nostra città, per la nostra comunità, per il Teramo calcio. Abbiamo riservato l'accoglienza che si deve, come sempre fatto, a chi si propone alla città, ed è anche per questo che pretendiamo rispetto. Ora la giustizia farà il suo corso, non possiamo che attendere gli sviluppi di questa vicenda della quale per ora sappiamo davvero poco»:
Resta, tra i teramani, quel senso di incertezza, quel vago sapore di amarezza, che viene dall’inevitabile constatazione di un eccesso di disponibilità. È vero, bisogna accogliere chi viene, specie se viene ad investire, ma lo si doveva fare con la pompa magna della sala consiliare? Con la maggioranza schierata? Con le donne assessore omaggiate da un mazzo di fiori? Si poteva fare, anzi: si doveva fare, ma meno e meglio. Con la giusta diffidenza di chi deve sì rispettare un ospite, ma sempre chiedendosi “che siete venuti a fà?”. Meno enfasi, più distacco… ricordiamocene Sindaco.. per il futuro