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Si chiama “Mandragola Lab” (sì, come la radice strillacchiosa di Harry Potter, la mitica erba alchemica e anche come la commedia di Machiavelli), ed è un raggruppamento temporaneo di imprese del quale noi teramani sentiremo parlare spesso nei prossimi mesi, sicuramente da adesso alle elezioni. Perché la “Mandragola Lab” è l’azienda che si è aggiudicata la gara da 120mila euro per la comunicazione, bandita dal Comune di Teramo, con il dichiarato scopo - si legge nella determina di assegnazione, di supportare “…le attività di pianificazione strategica per lo sviluppo di Teramo città capoluogo elaborando un programma comunicativo che descriva i principali impegni della città di Teramo per gli anni 2022 e 2023, ottemperando e facendo riferimento sia agli indirizzi programmatici dell’amministrazione, sia alle disposizioni normative in tema di comunicazione istituzionale, a cui si intende dare piena attuazione”.
E tutto questo che significa? Significa che il Comune vuole (sempre secondo la determina) “sviluppare il brand di Teramo capoluogo”, grazie al lavoro di “un soggetto esterno con funzioni di supporto all’Ufficio Stampa e Comunicazione…” perché evidentemente l’ufficio stampa e comunicazione non ce la fa a gestire, oltre a tutte le conferenze stampa del Sindaco e agli innumerevoli tagli del nastro, anche la comunicazione del “brand”.
Perché, che esistesse un “brand strategico” ve ne eravate accorti tutti, vero?
Alla gara, hanno partecipato in due: la Mandragola Lab e Goon, l’azienda sannicolese della quale certastampa aveva già scritto, ponendo una serie di domande all’assessore Filipponi e alle quali - come da prassi - l’assessore non ha risposto, evidentemente continuando a considerarsi superiore ai nostri dubbi. Tant’è, Ma, in fondo, conta poco, visto che Goon non ha vinto questa gara, che è invece andata alla Mandragola lab, della quale non possiamo dirvi dove abbia la sede, perché nella determina si legge una volta che ha sede a Torino e una volta che ha sede a Milano. In fondo, poco conta, l’importante è che sappia fare il lavoro per il quale si è aggiudicata la gara con ribasso a 109mila euro. Già, ma quale lavoro?
Lo spiega la determina: “…detto intervento in sintesi dovrà prevedere un percorso comunicativo che conterrà a titolo meramente informativo e non esaustivo le seguenti macro aree di intervento e risponderà ai seguenti obiettivi:
➢  elaborazione di un processo programmatico; 

➢  redazione di un piano editoriale rispondente alle specifiche esigenze dell’Ente; 

➢  supporto e collaborazione alla gestione dei rapporti con i principali canali d’informazione; 

➢  gestione dei canali social ufficiali dell’Ente; 

➢  promozione e organizzazione di eventi istituzionali; 

➢  redazione e diffusione di materiale informativo dell’Ente tramite i canali a ciò deputati e ritenuti maggiormente efficaci”. 

Come dire: di tutto, di più.

In soli 10 mesi, anzi: 9, se è vero che si vota a maggio e che l’ultimo mese, in piena par condicio, sarà complicato poter organizzare eventi con la partecipazione degli amministratori comunali.
Insomma, stiamo per spendere 12 mila euro al mese, ovvero 400 euro al giorno “a supporto dell’ufficio stampa comunale”, per la “promozione del brand Teramo Capoluogo”.
Siamo ansiosi di vederne i risultati…

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