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10-conseils-pour-enflammer-votre-public.pngC’è una domanda che sempre più spesso ci si pone leggendo gli albi pretori dei nostri comuni: è giusto che un’amministrazione si riduca al ruolo di agenzia che appalta concerti, pagando cachet da decine di migliaia di euro, senza costruire intorno all’evento un progetto culturale che lasci davvero un segno sul territorio? Gli esempi si moltiplicano: da Tortoreto, con Clara, fino a Roseto degli Abruzzi, dove il concerto di Francesco Renga è costato oltre 72 mila euro, spesa coperta in parte dalle entrate della tassa di soggiorno, senza citare Teramo, con le centinaia di migliaia di euro spesi in concerti per rivitalizzate un centro storico ormai ciniteriale. Ma davvero il turismo culturale si alimenta solo così? I sindaci rivendicano la scelta come un investimento: un grande nome porta pubblico, presenze, indotto. È vero. Ma cosa rimane il giorno dopo? Quale messaggio si trasmette alla comunità? Davvero basta una notte di musica per giustificare risorse che, forse, potrebbero essere spese in percorsi più strutturati, capaci di intrecciare musica, storia, identità e formazione di un pubblico nuovo? Il rischio è chiaro: abituarsi alla scorciatoia del grande concerto, della piazza piena per una sera, senza però coltivare un progetto di crescita culturale. Un comune non è – o non dovrebbe essere – un promoter privato. È un ente pubblico, con una missione: valorizzare e rendere accessibili le arti, costruire occasioni di partecipazione, stimolare curiosità e conoscenza. Se i fondi della tassa di soggiorno, lasciati dai turisti, finiscono soltanto in cachet da copertina, l’impressione è che si sia persa un’occasione. Il giorno dopo il concerto, le casse dell’artista si arricchiscono, ma il territorio cosa guadagna davvero? La prossima estate si ripeterà lo stesso schema, perché è più facile replicare che pensare. Eppure la vera sfida per i sindaci dovrebbe essere quella di trasformare ogni euro investito in cultura in seme, non in fuoco d’artificio.

Elisabetta Di Carlo

foto: repertorio