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PHOTO-2025-09-16-16-32-04.jpgLuca Corona, consigliere comunale di Teramo, deve essersi annoiato. Fare opposizione in Comune non gli basta più, così – puff! – si è risvegliato consigliere provinciale. O almeno così crede. Il suo “regno” elettorale? Colleatterrato, con annessa Villa Pavone, che lui considera già un po’ come il suo feudo. Lì ha organizzato un incontro in grande stile: due avvocati misteriosi (niente nomi, niente volti… roba da giallo di provincia), un pubblico di automobilisti che collezionano multe sull’autovelox della San Nicolò–Garrufo come fossero figurine Panini, e ospiti d’onore. Chi? Il sindaco di Campli – chiamato a dire che con quelle multe non c’entra nulla – e il consigliere provinciale Adriani, che a sua volta non ha detto praticamente niente. Un capolavoro di contenuti. Poi, naturalmente, il post trionfale sui social: Corona racconta l’incontro come meglio crede, dimenticandosi però di citare i legali misteriosi. Che avranno fatto di male per meritare l’anonimato? Forse il solo reato di essere suoi amici. Intanto il presidente della Provincia non ride affatto: ha già dato mandato ai suoi legali per denunciare questa improvvisa sindrome di onnipotenza. Perché, caro Corona, le competenze esistono: se sei consigliere comunale, non puoi improvvisarti provinciale. È un po’ come se un arbitro di calcetto pretendesse di dirigere la finale dei Mondiali. Il consiglio spassionato? Torni a fare (bene, magari) quello per cui i cittadini l’hanno eletta: opposizione in Comune. La Provincia, tranquillo, ha già il suo consigliere. Si chiama Adriani. E non ha bisogno di un sosia.

Elisabetta Di Carlo