Sulla SP3 di Piancarani la sicurezza stradale è diventata un’interpretazione. Dopo i rilievi della Polizia Stradale, effettuati con il tachigrafo, e quelli della Provincia, realizzati con strumenti digitali, il Prefetto ha deciso di disattivare il dispositivo per il controllo della velocità su una sola carreggiata. Il risultato? Una corsia dove si può correre e un’altra dove si deve rallentare. Un provvedimento che lascia senza parole. Da una parte si tolgono i controlli, dall’altra si continuano a richiamare gli automobilisti al rispetto dei limiti di 70 km/h, che restano in vigore su tutto il tratto. Una contraddizione evidente, che rischia di minare la credibilità delle stesse istituzioni preposte alla sicurezza. È difficile comprendere la logica di una scelta che sembra più politica che tecnica. Perché una decisione del genere non solo genera confusione, ma incoraggia, di fatto, comportamenti pericolosi: chi percorre quel tratto sa che in una direzione il controllo non c’è e può “spingere”, salvo poi trovarsi costretto a frenare improvvisamente nell’altra. La sicurezza stradale non può essere un concetto a corrente alternata. Né può dipendere dall’umore di un’ordinanza. Su certe strade, come la SP3, ogni decisione incoerente pesa in termini di rischio, di vite, di responsabilità. Spegnere un rilevatore non significa accendere il buon senso.
E.d.C.

