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C’è un momento, nella vita pubblica, in cui sarebbe più onesto il silenzio. Oppure, se proprio non si riesce a tacere, almeno la misura. L’assessore Antonio Filipponi, invece, ha scelto Instagram. E ha scelto la filosofia spicciola: “Capire una generazione”, “ascoltare più che insegnare”, “fare due passi insieme”. Parole morbide, rassicuranti, quasi new age. Peccato che sotto quelle frasi non ci sia un laboratorio sociale, ma un concerto andato male. Male davvero. Perché i numeri, quelli sì, ascoltano poco la poesia. Alle 16 di ieri i biglietti venduti erano 4.000, contro i 6.500 previsti. Tradotto: un terzo dei posti rimasti vuoti. E il conto finale parla chiaro: 170 mila euro per 45 minuti di esibizione di Sfera Ebbasta. Una generazione forse sarà anche da capire, ma il bilancio no: quello è chiarissimo. La difesa d’ufficio dell’assessore è tutta lì, in quella narrazione zuccherosa che prova a trasformare una debacle organizzativa in un gesto pedagogico. Come se il problema non fosse aver sovrastimato il richiamo dell’evento, ma il fatto che “gli adulti non ascoltano abbastanza”. Come se i posti vuoti fossero un problema culturale, non una previsione sbagliata pagata con soldi pubblici. Il punto non è Sfera Ebbasta, né il gusto musicale di una platea. Il punto è l’uso disinvolto di parole alte per coprire errori molto concreti. Perché “avvicinarsi ai giovani” è una cosa seria, non uno slogan da post quando i conti non tornano. E soprattutto non è un alibi.«A San Siro ha fatto sold out» ribadiva l'assessore, a Teramo invece no. Nonostante i biglietti a prezzo "politico". Un concerto può andare storto. Succede. Quello che stona davvero è la pretesa di raccontarlo come un esperimento sociologico riuscito. No: è stato un flop. E prima di mettersi a spiegare le generazioni, forse sarebbe il caso di spiegare perché 170 mila euro hanno prodotto 45 minuti e 4.000 biglietti venduti. La musica unisce, certo. Ma i numeri dividono sempre: tra chi paga e chi decide. E lì, purtroppo, non basta ascoltare la stessa playlist.

Stendiamo un velo anche sul post del Sindaco "massacrato" nei commenti dei teramani pubblicato per cercare di non rimetterci troppo la faccia e i soldi dei teramani che scrive: " Teramo piena di vita. Una piazza colma di ragazze e ragazzi, di musica, di energia. Giovani che spesso raccontiamo come lontani e che invece sanno farsi comunità, stare insieme, condividere. In mezzo a loro tante famiglie, tanti genitori. Anche così si risponde alle polemiche sui testi di Sfera Ebbasta: non con la censura, ma con il dialogo. Accompagnare, ascoltare, aiutare a capire, magari passando una serata insieme. Stasera Teramo era questo."

Tra i tanti e quasi tutti i commenti negativi che ho letto del post evidenzio quello di Andreina Di Ottavio che risponde al post scrivendo: " Tutti i concerti che sono stati fatti a Teramo hanno fatto il pieno...non è questo il punto... la scelta di questo "esemplare" vuol dire consegnare il peggio ai nostri giovani ragazzini di 15 / 16 ...certamente non è un buon esempio ...parolacce .. libertà di espressione..uso di alcool .. di armi e droga ...sesso sfrenato.. sono questi gli argomenti delle sue canzoni... abbiamo una Teramo con un alto spaccio di droga criminalità ..fiumi di alcool ..ragazzini in coma etilico ..la cronaca Teramana è piena di questi eventi..il nostro sindaco Gianguido D'Alberto sa benissimo quello che succede ogni sera nella sua città...ha scelto il "cantante" e la musica giusta per rappresentare il fallimento che ha creato ... non c'è da esserne fieri...c'è da vergognarsi...Sindaco se vuoi far comunità e dialogare con i giovani Teramani lo faccia nelle scuole o nelle parrocchie.. Li inviti nell'aula del comune parla con loro delle problematiche di questa città della scuola dei trasporti dello sport..della cultura.. fa bene a lei e fa bene a loro."

E dunque Sindaco anzicchè pubblicare foto costruite ad arte per far vedere che c'era stata tanta gente apra una riflessione sulla città e sulle scelte della Sua amministrazione di questi otto anni perchè sarebbe ora di dire davvero EBBASTA...

.ELISABETTA DI CARLO