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nicolasaliniCi sono due modi di fare politica: quello di farlo per avere una carica, un riconoscimento, un ruolo e un potere, e quello di farlo per risolvere i problemi della gente. Quelli che lo fanno nel primo modo, li chiamiamo in tanti modi, a volte irripetibili e irriferibili. Quelli che lo fanno nel secondo modo, li chiamiamo Sindaci. Perché fare il Sindaco non è fare politica. Il Sindaco non lo si fa, lo si è. Dentro, prima che con una fascia a tracolla. Essere Sindaco significa scegliere la trincea delle emozioni, il confine quotidiano delle vibrazioni dell’anima, il fermento vitale dello spendersi per aiutare gli altri. Candidarsi a Sindaco non significa inseguire un potere, ma consegnarsi alla gente. Alla propria gente. Sì, è vero, la cronaca racconta anche di SIndaci che hanno frainteso il loro ruolo, che hanno fatto scempio della loro fascia e usato il loro ruolo per delinquere, ma sono l’inevitabile eccezione di una platea che conta 7915 Primi Cittadini. Settemilanovecentoquindici. Quasi ottomila Sindaci. La cronaca racconta l’eccezione delle poche mele marce, la storia la fa la regola di quelli che vivono in trincea. Ed è in quella trincea, che vuole scendere Nicola Salini, trentaduenne manager pubblico, cresciuto a pane e sana amministrazione, oggi presidente dell’Ater di Teramo, un ruolo che ha vissuto così bene da spingere i comitati degli inquilini, preoccupati dallo spoil system regionale, a chiedere al presidente della Regione Marsilio di confermarlo alla guida dell’Azienda. Nicola Salini si candida a Sindaco. E lo fa nel suo Comune, con la sana espressione di una scelta meditata: «Voglio dare il mio contributo a Penna Sant’Andrea, un contributo necessario, un contributo ragionato e anche un contributo consapevole, frutto di una serie di consultazioni con i cittadini - spiega - un contributo che si deve declinare nel rinnovamento del modo di pensare, programmare e amministrare Penna Sant’Andrea». Che sia una candidatura vera, di chi conosce il senso profondo del ruolo, lo dimostrano le parole che Nicola Salini spende per il suo competitor, ovvero il Sindaco uscente, il “gattiano” Severino Serrani: «E’ una persona molto operativa, si è molto dato da fare, ma è stato lasciato solo, condannato a reggere una maggioranza divisa - continua Salini - e lo conferma il fatto che i due assessori uscenti non si sono ricandidati».

consensocomune

Quello che muove il progetto politico della lista civica “ConSenso Comune”, è un fondamento del tutto diverso: «Il Sindaco non può fare tutto, il senso vero del nostro programma è l’energia che viene dalla condivisione progettuale del programma - dettaglia Salini - ogni singolo candidato avrà una specifica delega, perché non pensiamo ad un Comune che abbia quale primo sostentamento i lavori di manutenzione ordinaria, ma ad un Comune che garantisca sì la cura dell’ordinario, ma che sappia anche guardare avanti e lontano, magari fino a quell’Europa che oggi consente la partecipazione ai bandi anche ai piccoli Comuni». Una rivoluzione copernicana, che deve passare anche attraverso una rivoluzione generazionale: «Nella mia lista, oltre a due persone che hanno già dato in passato un loro contributo alla vita politica di Penna Sant’Andrea, mi onora la presenza di 6 new entry, tutte tra i 24 e i 27 anni, e sono per me un vero motivo d’orgoglio, perché un singolo non sarà mai più efficace di un intero gruppo, ed io il mio paese voglio cambiarlo con un … ConSenso Comune»