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946090_482276801890478_2115279111_n La Sanità Abruzzese, così come quella delle altre Regioni del Sud Italia e sottoposte al Piano di rientro, è caratterizzata da una forte mobilità passiva. Dal 2001 la mobilità passiva è stata sempre in peggioramento. Nelle annualità 2008 e 2009 è stato registrato addirittura un crollo a causa della perdita di reputazione della Regione Abruzzo per effetto della firma del piano di rientro e del commissariamento che ha determinato il fallimento del nostro sistema sanitario. Dal 2009 ad oggi la curva è diventata abbastanza stabile, si è arrestata la fuga dei pazienti fuori regione. Il saldo 2012 è sostanzialmente uguale a quello 2011, peggiora di circa un milione che è imputabile ad una riduzione dei ricoveri nel privato dovuto alla deospedalizzazione che ha spostato alcune prestazioni sull’ambulatoriale. Nell’analisi delle singole aziende sanitarie, l’unica con il saldo in attivo resta la Asl di Avezzano Sulmona L’Aquila in cui i pazienti che vengono da altre regione sono superiori a quelli che decidono di farsi curare fuori. La Asl di Pescara nel 2012 rispetto al 2011 incrementa la mobilità attiva extra, quindi riesce con le sue specialità ad avere una maggiore capacità di attrazione e riduce la passiva. La Asl di Chieti e quella di Teramo presentano un saldo sostanzialmente uguale all’anno scorso, con una riduzione della spesa per i ricoveri ma con un incremento quasi nella stessa misura di quella per la specialistica ambulatoriale. Per quanto riguarda l’azienda teramana buone performance sono state registrate dal presidio di Sant’Omero in cui la mobilità passiva per ricoveri nel 2012 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente si è ridotta, riuscendo a recuperare circa 1 milione e 600 mila euro verso le Marche. Il lavoro portato avanti negli ultimi anni per valorizzare l’ospedale di Sant’Omero inizia a dare i primi risultati -afferma il Commissario Chiodi- i parti in analgesia nel 2012 hanno superato la soglia dei 700 e rispetto al 2008 la produzione dell’ospedale è superiore per quasi un milione e 700 con miglioramenti per medicina, ortopedia, cardiologia e ostetricia. Le regioni verso cui l’Abruzzo ha un flusso di mobilità attiva sono il Lazio (crediti per circa 47,4 milioni) il Molise (crediti per 17 milioni) e la Puglia (crediti per 11,5 milioni). La prestazione più richiesta dai pazienti di altre regioni che vengono in Abruzzo è la sostituzione di articolazioni maggiori o reimpianto degli arti inferiori che è la stessa prestazione più richiesta dagli abruzzesi che vanno a curarsi fuori regione. Le principali regioni verso cui l’Abruzzo ha un debito per mobilità passiva sono le Marche (debito per circa 48 milioni), il Lazio (debito per circa 38,6 milioni) e l’Emilia (debito per circa 27 milioni). Vorrei far notare, continua il Commissario, che l’Abruzzo ha verso le Marche un debito uguale al credito che ha verso il Lazio. Una delle cause determinanti la mobilità passiva sono i lunghi tempi d’attesa che come ha rilevato il Rapporto PIT 2013 di Cittadinanza attiva rappresentano le maggiori difficoltà per l’accesso al sistema sanitario di tutte le regioni. Poi vi sono anche altri fattori non strutturali che sono invece quelli che influenzano la scelta del luogo di cura da parte del paziente, quali: il parere del MMG o dello specialista, i consigli di parenti e conoscenti o quanto pubblicizzato dai mezzi di informazione. Diretta conseguenza di ciò potrebbero essere quei flussi di pazienti che scelgono di andare a curarsi nelle strutture del Nord non legati a carenze “tecniche” in quanto si tratta di patologie di bassa o media complessità tranquillamente coperte e gestite dall’offerta regionale. A tutto ciò si aggiunge anche la pratica sempre più diffusa di rinomati professionisti che effettuano visite private in ambulatori in Abruzzo e indirizzano poi i pazienti verso le strutture di diagnosi e cura di altre Regioni in cui operano. Così nel 2011 a livello nazionale circa 810mila pazienti hanno viaggiato in cerca di cure, "muovendo" nel complesso 3,7 miliardi, con saldi positivi però solo al Nord e negativi al Sud. Infatti la maggior parte delle Regioni del Nord e del Centro "sposta" suoi cittadini quasi tutti in Regioni limitrofe (la cosiddetta mobilità di confine, considerata in gran parte fisiologica). Mi rendo conto conclude il Commissario che il costo di 68 milioni per la mobilità passiva a carico dell’Abruzzo è un problema per il nostro sistema sanitario, ma su una spesa annua di 2 miliardi e 300 milioni, ricorso che incide solo per il 2,3%. Le altre regioni in piano di rientro sono caratterizzate oltre che da costi per la mobilità passiva molto più alti del nostro (Lazio -140 milioni, Campania -311 milioni, Puglia -177 milioni, Calabria -238 milioni, Sicilia -197 milioni) anche da pesanti disavanzi che hanno riportato alle verifiche del quarto trimestre 2012. L’Abruzzo è riuscito a raggiungere un equilibrio finanziario strutturale ormai da tre anni che gli ha permesso di sbloccare il turn-over, quindi assumere nuovo personale per far fronte alle cessazioni e investire risorse finanziarie per il rinnovo delle attrezzature sanitarie ormai obsolete che dovrebbero permettere di fare esami diagnostici più dettagliati e in minor tempo. In questi ultimi anni siamo riusciti a bloccare il trend negativo in salita, ora che è stabile, l’obiettivo è lo sviluppo del nostro sistema sanitario sia a livello ospedaliero che territoriale, vogliamo valorizzare le tante eccellenze che abbiamo, che hanno ricevuto apprezzamenti a livello mondiale ma magari continuano ad essere sconosciute sul nostro territorio. Per il futuro la parola d'ordine sarà "qualità", bisogna accrescere la collaborazione tra gli ospedali e aumentare la qualità del servizio, riducendo i costi e sviluppando una rete di assistenza e cura sul territorio al di fuori delle strutture ospedaliere nel rispetto del principio dell’appropriatezza.