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Immaginavo che la campagna elettorale avrebbe esasperato gli animi ed alzato i toni del confronto e, da Amministratore di una Società partecipata dalla gran parte dei Comuni nei quali si vota, fino a stamattina, avevo ritenuto opportuno astenermi dal manifestare il mio pensiero in merito al tam tam mediatico che ha riguardato la Ruzzo Reti Spa negli ultimi giorni. Lo scrive in una nota Antonio Forlini presidente della Ruzzo Reti Spa. Ma, il comunicato, apparso  su alcuni siti, del candidato Sindaco Manola Di Pasquale, mi impone alcune precisazioni; in primis l’Avv. Di Pasquale mi conosce a sufficienza e dovrebbe sapere che il sottoscritto non agisce in nome e per conto del Sindaco Brucchi e che, quando prende una decisione, unitamente all’intero CDA, lo fa nell’esclusivo interesse della Società che è stato chiamato ad amministrare. Peraltro, e non credo che debba essere io rimarcarlo, nelle due Assemblee tenutesi nel corso del mio (finora) breve mandato, il Sindaco Brucchi ha sempre sottolineato la necessità di salvaguardare l’occupazione, anche per ciò che concerne i cd lavoratori interinali. In tal senso è in corso di svolgimento una gara di appalto per l’utilizzo dei lavoratori interinali sino al mese di settembre, anche per garantire (come richiesto da più parti), un costante presidio sui depuratori della costa. Quanto al caso di specie (l’aumento di 1.000,00 € al mese di cui si parla nel comunicato), posso assicurare che si tratta di un solo caso (e non “di alcuni dipendenti”) relativo ad una palese situazione di “sottoinquadramento” retributivo che il Cda ha ritenuto opportuno sanare, utilizzando precisi criteri meritocratici, senza che (e forse questa è stata la nostra colpa…..! Sic!) nessun politico ne fosse preventivamente informato. Ebbene mi sento veramente disorientato da chi, utilizzando il claim “Teramo cambia”, attacca chi sta faticosamente cercando di cambiare un pezzo importante di Teramo (il Ruzzo), dovendo spesso superare le resistenze dei tanti che, probabilmente, preferivano l’andazzo del passato, e i cui scheletri, periodicamente, spuntano fuori dagli armadi.