LETTERA APERTA DI GIANNI CHIODI AGLI ABRUZZESI: «CONTINUERO' A LAVORARE PER VOI»
Amiche mie, Amici miei,
siamo arrivati alla fine di una faticosa campagna elettorale. Gli abruzzesi hanno deciso in linea con il trend nazionale e hanno eletto il candidato del Partito democratico. Il centrodestra avrà molto su cui riflettere e mi auguro che lo faccia fin da subito. Per quanto mi riguarda, sono profondamente grato a tutti gli abruzzesi per il privilegio e l'onore che mi hanno concesso: quello di essere il loro Presidente per cinque anni e mezzo.
Anni durissimi, tra catastrofi naturali, crisi economica, sanità da ricostruire, indebitamento gigantesco. Ma anche anni straordinari. Penso al G8, all'incontro con Obama, con il Papa Benedetto XVI, al discorso tenuto a Washington e ripreso dalla agenzia Reuters nella parte in cui smentivo il Times di Londra, alla Vice presidenza della Assemblea delle Regioni d'Europa conquistata a Istanbul e per finire, come se non bastasse, anche un programma di protezione personale. Non credo ci siano tante persone al mondo che abbiano avuto un insieme così denso di importanti esperienze in un così breve lasso di tempo.
Resta il fatto che tutto ciò che ho cercato di fare e in gran parte sono riuscito a fare, e' stato nell'interesse di ogni abruzzese, anche se non nell'interesse di ogni categoria, corporazione e gruppo di pressione.
È naturale questa sera provare una certa delusione, ma domani dovremo superarla e lavorare di nuovo insieme per far migliorare ancora la nostra Regione. Senza dubbio oggi c'è un Abruzzo per molti aspetti migliore, a cominciare dalla sanità. Abbiamo anche tentato di contrastare la crisi economica più grave mai registrata nel nostro Paese.
Dico contrastare, non annullare. Credetemi, non era possibile e non lo è per nessun governo regionale, perché l'economia oggi e' globalizzata e non si risolve solo a livello locale. Quando la crisi passerà per il nostro Paese, così sarà anche per l'Abruzzo.
L'economia abruzzese, come dicono gli economisti, e' pro-ciclica. Vedo che non è stato sufficiente ricordare ai nostri corregionali che la nostra Regione oggi può fregiarsi del riconoscimento legale di avere i costi della politica tra i più bassi d'Italia, che ha ridotto debiti e pressione fiscale regionale, ha garantito la sopravvivenza del nostro sistema sanitario, mettendo i conti in equilibrio e registrando un incremento dei livelli essenziali di assistenza sanitaria.
Vedo che non è stato sufficiente ricordare che la medicina che abbiamo dovuto somministrare - magari e' sembrata amara a qualcuno - era pur sempre la medicina che serviva per guarire. Dal 2015 la Regione Abruzzo inizierà a liberare ingenti risorse che prima erano assorbite dal rimborso di vecchi debiti. Diventerà, allora, una regione "quasi" ricca e comunque molto più ricca di quella che abbiamo dovuto gestire noi. Speriamo che la gestione di queste risorse che noi abbiamo liberato possa servire a promuovere lo sviluppo di tutti e non di pochi privilegiati, come purtroppo accaduto in passato.
Se non siamo siamo riusciti a spiegare tutto questo, il demerito è mio, non vostro.
Sono profondamente riconoscente a tutti voi, amici, staff, colleghi di giunta, consiglieri regionali, candidati, dirigenti dei partiti e semplici sostenitori per il grande onore che mi avete fatto dandomi il vostro appoggio e la vostra collaborazione. La strada era in salita fin dall'inizio di questa campagna elettorale.
Avremmo potuto fare altro per tentare di vincere queste elezioni, nonostante il forte vento contrario a livello nazionale? Forse sì, ma come sapete non ho voluto impostare la campagna elettorale sulla denigrazione altrui e non passerò nemmeno un istante a rimpiangere questa scelta.
Saremmo potuti partire prima con la propaganda elettorale ? Forse sì, ma abbiamo dovuto assorbire un'azione giudiziaria che a me e' sembrata "ad orologeria" e che ha provocato, proprio nel momento più delicato, difficoltà enormi nella composizione delle liste, nella percezione dell'esito elettorale da parte dell'elettorato. Ne parleremo in futuro amici miei, non oggi.
Ora voglio dirvi che l'esperienza di questi cinque anni e mezzo resta e resterà il più grande onore della mia vita. Continuerò a servire l'Abruzzo con un altro ruolo, ma con la stessa determinazione e il medesimo amore per la mia terra.
Sarò si' il "Presidente emerito" - un titolo che mi spetta e al quale tengo con tutto il mio cuore - ma sarò anche un baluardo affinché certe pratiche del passato non riemergano. Come diceva la Thatcher i soldi pubblici non esistono, esistono i soldi dei cittadini. Se si gestiscono oculatamente può ridursi sia il debito pubblico che il prelievo fiscale ed è questa la lezione che l'Abruzzo lascia al Paese.
Da Presidente emerito voglio dire a tutti gli abruzzesi che la crisi finirà, come tutte le crisi, che la Regione sarà più ricca e potrà meglio sostenere le politiche di sviluppo e sociali. Per questo chiedo agli abruzzesi di non perdere la speranza.
Il futuro dell'Abruzzo dipende da noi e - come diceva Karl Popper - noi non dipendiamo da alcuna necessità storica.
Grazie di cuore a tutti voi e auguri di buon lavoro al mio successore"