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Si sono appena chiuse le urne e si è quasi conclusa (salvi i ballottaggi in alcune sitauzioni locali) una campagna elettorale difficile e contrassegnata da toni molto forti, non sempre giustificati e qualche volta persino molto dannosi. Prima di esaminare attentamente i risultati, a prima lettura ci sembra che uno dei dati più evidenti sia quello di cui nessuno parla mai perché ai fini della decisione finale su chi saranno i rappresentanti eletti risulta essere ininfluente: è aumentato ulteriormente il numero dei cittadini che non sono andati a votare, hanno annullato volutamente la scheda o l’hanno rilasciata in bianco. Noi vorremmo partire, invece, proprio da questo dato per sottolineare ancora una volta che il fossato fra politica e società civile si amplia a dismisura e testimonia sempre di più il fallimento del sistema rappresentativo occidentale. Durante la campagna elettorale appena trascorsa abbiamo notato con soddisfazione un forte avvicinamento di vari partiti e raggruppamenti politici ai temi della democrazia partecipativa, del ruolo attivo e diretto dei cittadini e del controllo popolare come strumenti etici e politici di esercizio della sovranità del popolo. Abbiamo raccolto questa sorprendente novità e ci siamo messi a disposizione di quanti avrebbero voluto – e ancora vorrebbero, ne siamo convinti – dare il segno del rinnovamento reale della politica ripartendo dai principi costituzionali e da quel “metodo democratico” posto dai costituenti come condizione imprescindibile per assicurare la presenza dell’uomo nuovo nella politica. Abbiamo così progettato e cominciato a realizzare un intervento formativo denominato “La democrazia partecipativa è facile”, avviando due corsi gratuiti per facilitatori di progetto per la democrazia partecipativa. Uno si è quasi concluso molto positivamente, altri si avvieranno nei prossimi giorni. Siamo rimasti sorpresi e entusiasti dell’alto numero di prenotazioni in tutta la provincia di Teramo e in quella di Pescara. Il fenomeno testé rappresentato, nella sua indiscutibile valenza innovativa, ci incoraggia e ci induce a rivolgere un appello a tutte le forze politiche e sociali che hanno conquistato gli scranni del potere locale, quelle che non ci sono riuscite, quelle che non hanno partecipato alla tornata elettorale e quelle che nascono ora per dare un contributo al rinnovamento della politica e al suo riavvicinamento ai cittadini, affinché:  
  1. Al fine di mantenere gli impegni assunti con i cittadini, se si è diventati forza di governo, si avviino senza alcun indugio i progetti per trasformare le città in senso democratico e partecipativo;
  2. Si aprano fronti unitari di lotta popolare, se non si è diventati forza di governo, perché nei comuni finalmente si attuino tutti gli strumenti di democrazia partecipativa e diretta previsti dagli statuti (che si possono modificare aggiungendone altri) e si dia concretezza ai principi costituzionali;
  3. La Regione Abruzzo faciliti i processi di democrazia partecipativa e di programmazione dal basso con una leggere regionale come in altre regioni dove questo avviene da tempo (Toscana, Umbria, Emilia Romagna ecc..).
Il fronte della democrazia partecipativa può allargarsi e diventare un autentico banco di prova per chi governa, ma anche per chi si trova all’opposizione. Ora più che mai questa battaglia può diventare un elemento unificante per tutte le forze politiche e sociali che aspirano a un reale rinnovamento. La nostra associazione, nata per questo, mette gratuitamente a disposizione di tutte le forze interessate competenze e impegno per affiancare, studiare, progettare e realizzare ogni iniziativa che veda come obiettivo la realizzazione della democrazia partecipativa nelle sue varie forme e nelle sue articolazioni, affinché la sovranità popolare non resti una finzione. Teramo 27 maggio 2014 L’Associazione DEMOS