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pagano-2mauro febbo L'ex assessore  Mauro Febbo vuole la testa di Pagano. Deve dimettersi dal coordinamento di Forza Italia.  Mauro Febbo è tornato di nuovo sulla questione della sconfitta del centrodestra. E lo fa dalle pagine del Centro: «Nazario Pagano è l’unico abruzzese ed esponente di Forza Italia che non si è accorto della pesante batosta elettorale subita dal partito», dice Febbo, «ma vede addirittura un incremento dei consensi». «Nel tentativo di far quadrare i conti» sottolinea ancora Febbo «Pagano si avventura in valutazioni quantomeno discutibili e confondendo i dati tra elezioni Politiche e Regionali che, visto il responso delle urne, lasciano il tempo che trovano. Una sconfitta del genere, con uno scarto del 17%, è davvero difficile da giustificare e ribadisco che è assolutamente necessario che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Voglio ricordare, in primis a Pagano, che nel 2008, quando ricoprivo il ruolo di coordinatore provinciale di Chieti, in vista delle elezioni regionali, ebbi il buon gusto di autosospendermi prima di presentare le liste». Febbo ricorda quindi la questione dello sloittamento del voto da dicembre a maggio. «Già dal marzo del 2013 nella riunione di maggioranza allargata ai vertici del partito nonché ai direttori e alcuni dirigenti regionali, tenutasi presso l’Oasi dello Spirito di Montesilvano, erano emerse problematiche di natura economico-legislativa che mi portarono a indicare quale data per il voto quella di novembre 2013, cioè alla scadenza naturale. Inoltre già dal mese di marzo 2013 fui uno dei primi a manifestare l’intenzione di andare al voto alla scadenza naturale della legislatura ed ero fermamente contrario allo slittamento. Dello stesso parere non era Pagano che ha sempre difeso la posizione di chi voleva andare alle urne 6 mesi più tardi portando una serie di giustificazioni politico-istituzionali che oggi sono miseramente sfumate. Era palpabile in quei mesi che all’interno della struttura regionale c’erano direttori e dirigenti che stavano remando contro, assessori che stavano meditando il “salto della quaglia”, altri che stavano valutando la possibilità di non ricandidarsi e altri ancora che pensavano alla propria città anziché al Bilancio regionale. Per mesi», continua Febbo, «il Coordinatore regionale, unitamente al presidente Chiodi, non si è occupato della formazione delle liste per le Regionali pensando esclusivamente alle problematiche di Pescara che sono rimaste irrisolte e oggi la situazione è fortemente a rischio. Nessuno dei titolati, coordinatore o presidente Chiodi, ha pensato di coinvolgere i quadri e i dirigenti di partito sia nella stesura delle liste sia nella campagna elettorale, mentre io ritengo che non solo dovevano essere convocati ma ad essi doveva essere chiesto il “sacrificio” di candidarsi per rispondere alle 8 liste (noi solo 4) dello sfidante che partiva con addirittura ben 116 candidati in più rispetto a noi. Per non parlare del mancato coinvolgimento di tutti coloro che rappresentano il Governo regionale all’interno di enti e società». Ora Febbo si attende che Pagano convochi «al più presto» il coordinamento regionale, «presentandosi dimissionario e consentendo di aprire il dibattito che prima non c’è stato. In quella sede» conclude Febbo «proporrò anche la convocazione degli “stati maggiori” di Forza Italia (eletti e dirigenti) per rilanciare l’attività politica e territoriale anche nella previsione che si possa tornare al voto in breve tempo». Io vado avanti per la mia strada» conclude Febbo «e con coerenza continuo a sostenere le mie contestazioni. Invito Pagano a convocare il coordinamento regionale entro venerdì e intanto per quel giorno ho organizzato un primo incontro con i miei amici per analizzare con attenzione la situazione e gli scenari futuri. Poi dovrà essere convocata un’assemblea dei dirigenti, dei quadri e di tutti gli eletti del partito».